Quotidiano | Categorie: Politica, Ambiente, Fatti

Unesco, i comitati fanno il punto: chi ascolta la loro voce?

Di Piero Zanin Giovedi 8 Giugno 2017 alle 11:42 | 1 commenti

 

"E' ancora possibile dirsi città Unesco di fronte ad un territorio massacrato?" A questa domanda hanno provato a rispondere i diversi rappresentanti dei comitati  promotori dell'evento "Vicenza Chiama: Unesco come risponde? tenutosi martedì sera al Teatro Astra.  Enrico Marchesini, del comitato No dal Molin, salito sul palco dopo i relatori Francesca Leder e Tiziano Tempesta (vedi il video), non ha dubbi: "Vicenza non esce bene dal rapporto degli ispettori di Icomos che hanno avuto molto da ridire sulla base americana ed in particolare rispetto ai trasporti pericolosi  in città che ne conseguono. Inoltre ache sul cosiddetto Parco della Pace hanno avuto da ridire." Un commento che corre parallelo a quelli espressi dagli altri comitati e raccontati nel nostro secondo video dedicato alla serata.


Commenti

Inviato Giovedi 8 Giugno 2017 alle 13:27

Ti pareva, in campagna elettorale emergono i difensori........delle Sagre tarallucci e vino (senza scontrino). Altro che borgo berga, il coto rossi, l'antico porto del sale (sparito), I supermercati, gli Ipo Mercati, i garage interrati, le alluvioni, ma hanno visto......................i Comitati...i muri anti alluvionali? Si sono dimenticati dell'Area Zambon ; del degrado di Porta Santa Santa Croce; della Palestra (?9 del Baronio trasformata in dormitorio per Nigeriani? Dove sono quelli della Pax Cristi, del Vangelo secondo Marco? Basta commentare, basta avere dubbi, perché NON DENUNCIATE Il TUTTO al Magistrato? Amen.
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Rispondo a Germano Raniero dal mio articolo che, come dice Raniero è monco. Me lo hanno fatto notare in tanti, ma scrivere la storia dei Tamimi bisognerebbe farlo a puntate. Chi come Raniero, cerca giustificazioni nell'asset familiare e nell'ambiente di questa attricetta (già protagonista di un documentario), chi si aggrappa "all'occupazione" (occupazione?) ai lager della Cisgiordania, spesso contrapposti ad alberghi a cinque stelle dove dormono i paraculati delle ONG, chi tollera il terrorismo da ritorsione, sappia che spontaneo o da ritorsione, sempre terrorismo è fa sminuire la figura da pacifista a pacifinto, perché non ci può essere pace costruita su fondamenta di terrorismo. Io sto cercando di evidenziare che la promozione di questa stronzetta viene abilmente sovrapposta all’attività terroristica dei compenti della sua famiglia. Detto questo l'attricette eretta a paladina è contestata anche dai palestinesi, perché non rappresenta un'icona di salvatrice della patria, Ahed è un nuovo simbolo difforme della resistenza palestinese,anche per il suo look occidentale, quasi americanizzato, per la sua fisicità e il suo stile di vita (non porta il velo, tocca i maschi…una vera combattente per la causa palestinese non lo farebbe mai, se io, alla mia età toccassi le palle ai militari israeliani finirei in galera e butterebbero via le chiavi...per via dell’età)… Questi atteggiamenti non rappresentano lo stereotipo della bambina palestinese, quanto una figura mediatica di successo (trovo strano che la maggioranza dei giornalisti non si sia posto questo problema), creata ad arte, per arricchire la famiglia che è stata anche foraggiata da Erdogan con regalie varie….e adesso ditelo a Erdogan...tanto non mi mette in prigione, perché le sue galere sono piene di dissidenti, tra il silenzio di questi pacifisti di basso livello.
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