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Processo BPVi. "Stralcio" per Samuele Sorato chiesto dai suoi legali Pinelli e Berardi e concesso dal Gup Roberto Venditti per gravi motivi di salute. Cade al momento la possibilità di un confronto tra lui e Zonin

Di Giovanni Coviello (Direttore responsabile VicenzaPiù) Mercoledi 13 Dicembre 2017 alle 09:50 | 0 commenti

Pubblicato il 12 dicembre alle 19.18, aggiornato il 13 alle 9.50. La notizia dello stralcio della posizione di Samuele Sorato, rivelataci il 12 mattina dall'ex socio BPVi Giovanni Rolando (qui il video registrato in tempo reale ma che abbaimo pubblicato di sera solo dopo le opportune verifiche, fatte anche per "capire" e non solo "dire", senza farci prendere dall'ansia), è stata avanzata dall'avv. Fabio Pinelli, che col prof. Alberto Berardi dello studio padovano Pinelli Druda, assistono l'imputato, ed è stata subito e necessariamente fatta propria dal giudice dell'udienza preliminare Roberto Venditti (l'ex dg e per poco ad della BPVi è stato appena operato per un tumore alla prostata, si legge sui media).

Il gup ha aggiornato ogni ulteriore decisione di una teoricamente possibile riunificazione dei due procedimenti da oggi distiti all'11 gennaio, seduta già prevista per tutti gli imputati da rinviare o meno a giudizio

La notizia, uscita dall'aula C del Tribunale di Vicenza in cui si è iniziato a celebrare l'udienza preliminare del processo per il crac di Banca Popolare di Vicenza a trazione Gianni Zonin e Samuele Sorato, nelle vesti non ancora assegnate ufficialmente di pilota e navigatore, è di quelle che danno un senso, almeno mediaticamnte parlando, a una giornata tutta scritta sulla carta visto che in effetti solo di carte ci si doveva occupare in questi round procedurali iniziali.

Per tutta la mattinata, infatti, il piazzale del tribunale era prevedibilmente vuoto di manifestanti, al di là dei soliti proclami bellicosi di associazioni sempre più svuotate della fiducia degli associati, mentre altrettanto prevedibilmente erano piene di avvocati, soprattutto quelli presenti per le presentazioni delle prime costituzioni come di parti civili dei propri rappresentati (se ne prevedono, fonte Ansa, circa 15.000 a fronte delle 4.000 depositate per Veneto Banca), l'aula C e l'area prospiciente, finite nel caos organizzativo nonostante tutti i buoni propositi della vigilia, sorprendentemente ma non tanto, considerata la numerosità delle parti in causa.

Ebbene lo stralcio obbligato della posizione dell'ex ad della BPVi, per pochi mesi, e suo dg per anni è di quelle su cui si può fare qualche meditazione. 

Lo stralcio è oggettivamente stato chiesto ed ottenuto per le condizioni di salute di Samuele Sorato che sono un chiaro motivo di legittimo impedimento. 

Ad oggi non si può fare alcuna ipotesi sull'esistenza o meno di vantaggi generati dalla nuova situazione processuale nè tantomeno per chi sussisterebbe un vantaggio. 

Se, però, Gianni Zonin si è sempre dichiarato all'oscuro di quanto di presumibilmente illecito fosse avvenuto nell'Istituto di cui, pure, doveva conoscere ogni anfratto visto che vi ha albergato ai piani nobili per circa 36 anni e di cui lui sceglieva di fatto i vertici manageriali, l'assistito dall'avv. Pinelli si è visto, prima, assunto con tutti gli onori e, poi, è stato scaricato come portatore di ogni male dal suo ex presidente, uomo, checché si dica, ben più "potente" e, soprattutto, ancora influente, per lo meno relazionalmente, visto quello che succede intorno a Bankitalia e quello che si è saputo sul Sisde.

Detto che se l'11 gennaio, cosa probabile, le posizioni rimarranno stralciate in due diversi procedimenti i due imputati principali, in quanto tali, non potranno giuridicamente essere chiamati a testimoniare né a favore né contro l'uno dell'altro.

Allora ecco che i "preliminari" del processo hanno già determinato un risultato netto: nessun confronto potrà avvenire direttamente tra le due, opposte, posizioni di Zonin (io non c'ero) e di Sorato (io eseguivo).

Se con maggiori difficoltà per l'identificazione delle eventuali responsabilità di ognuno dei sette imputati (o, meglio, sei più uno) ad oggi non è dato saperlo, anche se è lecito dubitarlo. 


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