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Confermati da BPVi i "nostri" nomi per Cda Fondazione Roi. Ilvo Diamanti, Giovanna Grossato e Andrea Valmarana: degrado faccia spazio a trasparenza. Gianni Mion: amen

Di Sara Todisco Martedi 13 Dicembre 2016 alle 04:55 | 0 commenti


Ad accogliere la stampa nel meraviglioso Palazzo Thiene sono, oltre alle opere d'arte, Gianni Mion presidente della Banca Popolare di Vicenza "indegnamente", come lui dice, e i tre nuovi membri nominati (e da noi anticipati) in quota BPVi della Fondazione Roi, ovvero il presidente Ilvo Diamanti e i consiglieri Giovanna Grossato e Andrea Valmarana. Da subito il presidente della Banca dichiara che l'istituzione non ha in passato "fatto un figurone anche in merito alla Fondazione Roi" giustificando pertanto il ritardo nel nominare queste tre personalità. "Avevo bisogno di conoscere meglio la storia della Fondazione e le responsabilità di investimento sbagliate prima di agire: ora sono soddisfatto" dichiara infatti il presidente.

"Tutto il mondo intorno mi parlava del dottor Diamanti che non è stato facile da convincere, devo ammetterlo".
Non è stato di certo una scelta facile individuare le persone da porre alla guida della Fondazione anche perché quest'ultima rientra nelle gravi e recenti ferite della città di Vicenza assieme a quella della Banca.
"Ma questo vuole essere il primo segno tangibile di volontà di rinascita sia per la città che per la Fondazione" indicando le tre personalità nominate come "il meglio e l'indispensabile per ridare alla Fondazione Roi lo spirito del suo fondatore e donatore (il Marchese Giuseppe Roi, ndr), cioè mettere al primo ed unico posto la cultura e l'arte".
Cultura, come continua a descrivere il presidente, indipendente dalla politica nonché indipendente dalla Banca. "Sarà una Fondazione in grado di autogestirsi e auto rilanciarsi economicamente, una fondazione non istituzionalizzata". Nelle tre nomine da parte della Banca Popolare di Vicenza ufficializzate questo pomeriggio non sono, infatti, uomini di banca quelli posti alla guida della fondazione. "Sono sollevato" conclude Gianni Mion.
Ilvo Diamanti è dello stesso avviso del presidente: lo scopo è riportare la Fondazione Roi ad esistere per l'obiettivo per cui è nata, cioè l'arte e la cultura. "Farò della Fondazione Roi solo ciò che prevede il suo statuto. Se si va oltre o fuori da esso non potranno contare su di me" e continua: "Sono un cittadino semplicemente e voglio restituire la Fondazione alla città e la città alla Fondazione e con essa anche la trasparenza. Il degrado - chiamiamolo col suo nome - che ha investito la Roi fa sì che abbia bisogno di rinascere".
Terrà conto dei suoi limiti, dichiara il nominato presidente, e là dove non riuscirà sarà il primo a cedere il posto a qualcun altro ma per il momento accetta la sfida.
E in merito al passato si esprime dicendo di voler "chiudere i conti con il passato, vertenze comprese, e che chi le ha volute se vorrà dovrà proseguirle per conto suo. Questo però non significa che io voglia normalizzare" e per quanto riguarda, invece, eventuali azioni contro i responsabili del "degrado" Diamanti afferma di "volere e dovere" prima guardare dentro i fatti e i documenti per poi essere in condizione didecidere  col Cda il da farsi.
Un sommesso e riservato ringraziamento arriva anche dalla giornalista e critica d'arte Giovanna Grossato che è onorata dell'incarico. Non meno onorevole ma anche oneroso sarà il ruolo di Andrea Valmarana che dovrà tenere d'occhio i conti: "Come d'abitudine sono andato a cercare statuto e bilanci della Roi ma non sono stato in grado di trovare nulla. E questo mi mette in grande difficoltà: di pubblico non c'è niente, nemmeno un sito (che è stato cancellato non appena VicenzaPiù ha iniziato la sua inchiesta, ndr)". Ciò che si conosce è che pare siano rimasti 70 milioni alla Fondazione, di cui quasi la totalità in immobili.
In merito al restante vecchio Cda, che ha gestito con il gruppo di Gianni Zonin, a nostra domanda specifica, Diamanti risponde che "l'attuale scadrà assieme alla prossima approvazione di bilancio 2016...".
Tra le domande e gli interventi della stampa il nostro direttore Giovanni Coviello ha fatto i complimenti al presidente Mion per le nomine e ai nominati per il coraggio che hanno avuto nell'accettare l'incarico particolarmente oneroso, ricevendo per risposta dai nuovi membri del Cda in quota BPVi un sorriso...
Il tutto mentre il sindaco Achille Variati, informato delle scelte della Popolare dal presidente Mion e congratulandosi telematicamente (come abbiamo riportato), stava a Palazzo Thiene... proprio nella saletta accanto.
Se prevenire è meglio che curare, il sindaco avrà forse pensato di evitare così qualche scomoda domanda su un certo Giovanni Villa (direttore del Chiericati pagato dalla Roi e che siede ancora nel suo Cda) pagando lo sgarbo con un almeno apparente cenno di fastidio da parte di Mion che, nel riferire le sue parole ufficiali "propostegli" dal portavoce, ha scansato il testo ufficiale e ha detto: "faccio io e uso le mia parole".

Non proprio grondanti di gioia... mentre il nostro direttore trovava sostegno da Ilvo Diamanti, Giovanna Grossato e Andrea Valmarana nel poter e dover considerare, una volta sistemati i conti in prondo rosso, dei contributi mirati che vadano ben al di là dei 400.000 euro circa all'anno dei sette anni di Zonin, ben spesi, sottolinea la professoressa, ma ben pochi su un patrimonio inizialmente di 100 miloni di euro di cui trenta di liquidità, ora azzerata se le carte ignote lo confermeranno.

 


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