Quotidiano | Categorie: Politica, Fatti

Migranti a Vicenza e non solo: ecco quanto detto veramente da mons. Beniamino Pizziol

Di Giovanni Coviello (Direttore responsabile VicenzaPiù) Mercoledi 5 Settembre 2018 alle 15:47 | 0 commenti

"La diocesi ospita 250 migranti. Ma niente Diciotti": titola così in prima pagina il solito nostro cruccio quotidiano, quel Giornale di Vicenza che attira i suoi lettori con prime pagine a volte dedicate ai migranti che vorrebbero l'abbonamento a Sky per il calcio (falso) e altre alle anatre che muoiono ai giardino Salvi (vero) anche se ce ne sarebbero ben altre di anatre "umane" di cui occuparsi e che starnazzano là dove si decide come continuare a far morire non le anatre "animali" ma Vicenza... Ma tant'è. Sparare un titolo sul vescovo che ospita 250 migranti farà vendere un po' di carta in più, usa e getta, e pazienza se, magari, scatenerà altri striscioni a dir poco idioti contro chi lui rappresenta e minacciosi contro i parroci.

Mentre poi la notizia attuale, non quanti ospiti, con storie pratiche ed umane diverse,  accolga in totale  la diocesi vicentina avendoli "ricevuti" nel tempo ma quella della "non necessità" di accogliere ora 4 dei 100 eritrei presi in carico dal Vaticano, per giunta a sue spese, diventa la percezione, contrastante con l'accoglienza di 250 migranti, che Mons. Beniamino Pizziol abbia rifiutato di ospitare i nuovi 4 richiedenti asilo magari perché spaventato proprio dagli striscioni di Malo.

Direte: nell'articolo del bravo collega Gianmaria Pitton, di cui proponiamo la parte finale come parziale sintesi del video che documenta integralmente quanto detto dal vescovo, assistito da don Alessio Graziani, c'è la versione corretta di quanto ascolto ieri.

Giusto, ma rimane l'amaro in bocca di quel titolo in prima da Ghostbusters, da acchiappa lettori sempre più fantasma.

Leggete, allora, quanto scritto con puntualità da Pitton e integratelo con le considerazioni complete di mons. Pizziol (quì la nostra cronaca di ieri, ndr) che tocca molti altri aspetti del problema dell'accoglienza (tra cui, in primis, la necessità di affrontarla con una strategia complessiva) che nessuna sintesi può cogliere nella sua interezza ma il video integrale sì. 

Noi che operiamo da media multimediali lo pubblichiamo qui, chi ha giornali  di carta non può farlo, ci direte.

E no: i venditori di carta hanno anche il web in cui però publicano, liberamente per carità, altri video. Più cool? 

Fate vobis... 

P.S. Il vescovo ha sottolineato ieri anche la responsabilità della stampa nel dare informazioni non corrette ai lettori che così traggono conclusioni e hanno percezioni ben diverse dalla realtà.  

 

Dall'articolo di Gianmaria Pitton sul GdV del 5 settembre

All'appello della Caritas nazionale hanno risposto 40 diocesi, quindi ci è stato detto che l'accoglienza qui da noi non è necessaria. La disponibilità rimane».Al momento sono circa 250, nel territorio della diocesi, i migranti ospitati nelle parrocchie e negli istituti religiosi. Secondo l'indicazione data nel 2015 dallo stesso Pizziol, sono state attivate 17 realtà di micro-accoglienza, cioè appartamenti in cui vivono 4-5 migranti, seguiti in un percorso di integrazione da una rete di volontariato. Gruppi più numerosi sono in Seminario (la gestione è della Croce rossa), negli istituti dei Paolini e dei Filippini, al Centro Astalli. Il corridoio umanitario attivato dalla Cei per i campi profughi dell'Eritrea ha portato da qualche giorno nel Vicentino una mamma con due bambini.«Sono tanti i motivi per cui partono dall'Africa - è stata la riflessione del vescovo -. Non mancano famiglie che investono sui loro giovani, nella speranza che una volta in Europa le possano aiutare a loro volta. Su questo fenomeno epocale si innestano però il commercio di esseri umani e di organi, il commercio della droga, quello delle armi. È un problema che non si risolve se non con una visione globale. Serve una strategia, che non può che essere politica. Sono perfettamente d'accordo con chi dice che vanno aiutati nel loro Paese, però non si sta facendo nulla. La Chiesa sì, fa la propria parte, con i missionari, e così le ong. Ma non è sufficiente» 


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