Quotidiano | Categorie: Politica, Banche, Economia&Aziende

Incontro con la "politica" nazionale, per ora, inutile delle associazioni dei soci truffati di BPVi e Veneto Banca: Andrea Arman ci illustra da Roma la situazione

Di Paolo Dal Dosso Mercoledi 12 Luglio 2017 alle 20:49 | 0 commenti

Dopo la nostra intervista esclusiva a Roma ad Andrea Arman, presidente del Coordinamento banche di don Enrico Torta, sono stati 318 i sì, 178 i no e un astenuto con cui la Camera dei Deputati ha rinnovato la fiducia al governo votando il decreto banche. A nulla è servita l'opposizione del Movimento 5 stelle, contrario allo stanziamento di 5,2 miliardi di aiuti per la liquidazione coatta amministrativa di Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca e BPVi con il passaggio a Banca Intesa Sanpaolo di attività e passività migliori per un euro mentre i crediti in sofferenza, quelli non più esigibili in sostanza, alla SGA, la ex bad bank del Banco di Napoli. Con i 5 stelle anche Mdp e il Fronte Democratico di Michele Emiliano. Intanto dai grillini prosegue l'ostruzionismo anche dopo la fiducia, con la presentazione di decine di ordini del giorno per cui prenderanno la parola per oltre 7 ore consecutive.

A nulla, quindi, è servita la lettera alla Camera inviata lo scorso 3 luglio dall'associazione "Noi che credevamo nella BPVi e in Veneto banca" in cui il presidente Luigi Ugone, presidente della più battagliera e numerosa associazione di piccoli azionisti soprattutto della BPVi, denunciava il congelamento e lo stop delle cause risarcitorie, ricordando che oltre a banca Intesa si erano presentati 4 fondi che vi avrebbero investito oltre un miliardo e mezzo di euro. E a nulla è valsa anche la lettera che, sotto la pressione della folla riversatasi a Palazzo Trissino lunedì scorso, il sindaco e presidente della provincia di Vicenza oltre che dell'Upi, Achille Variati, ha scritto ai politici, al suo partito, il Pd, a Governo e presidenti di Camera e Senato prendendo anceh l'impegno di un "gesto forte" in caso di approvazione del DL... 
Le associazioni Adusbef, Codacons Veneto, Ezzelino III da Onara, Casa del Consumatore, Associazione Vitale e altre associazioni del Nord, tra cui il Coordinamento banche di don Enrico Torta, Adusbef e Associazione per la Giustizia dei Risparmiatorhanno incontrato il Partito democratico e il Movimento 5 stelle. Secondo i democratici le associazioni hanno condiviso la necessità dell'approvazione del decreto chiedendo, però, garanzie sui risarcimenti agli azionisti, per cui i deputati si impegnano a cercare soluzioni in prossimi provvedimenti per dare giustizia a chi è stato vittima di un sistema illegale. Il capogruppo grillino in regione Veneto Jacopo Berti. Nessuno vuole il decreto salva banche, ha detto Berti, mentre tutti vogliono giustizia e risarcimenti per i truffati, con un pool di magistrati di supporto alle procure coinvolte per non farla fare franca ai colpevoli, magari con la prescrizione. Queste associazioni hanno cercato in tutti i modi di evitare l'approvazione del decreto, pur sapendo che era una battaglia persa visto che il governo vi aveva posto la fiducia. Associazioni che ora puntano sull'appoggio dei 5 Stelle e sul trasferimento del provvedimento al Senato per un'approvazione con numeri assolutamente diversi dalla Camera Bassa. E che continuano a premere per l'allargamento dei risarcimenti a tutti gli obbligazionisti coinvolti nel dissesto di Veneto banca e Popolare di Vicenza.


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