Fondazione Roi passata, presente e futura: ne parlano Ilvo Diamanti e Andrea Valmarana, il primo visionario, professionista del potere il secondo. Il cda made in Zonin dà 100.000 € a Goldin e trionfa "Il Gattopardo alla vicentina"
Mercoledi 19 Luglio 2017 alle 15:10 | 2 commenti
Pubblicato l'11 luglio alle 22.18, aggiornato il 12 alle 9.04, alle 12.19, alle 13.30 e alle 17.12 e oggi 19 luglio alle 15.10 con video completo della prima parte. A breve pubblicheremo la seconda parte ancor più significativa della situazione attuale in relazione a quella passata che non cede il passo...
Mentre ancora scriviamo delle brevi note, che arricchiremo da domani, mostriamo subito a chi fosse interessato al passato, presente e futuro della Fondazione Roi la prima parte della conferenza stampa odierna curata amichevolmente, dalla società che da sempre segue Roberto Zuccato presidente di Confindustria Vicenza, prima, e poi di Confindustria Veneto, e tenuta dal presidente Ilvo Diamanti.
Con lui, un sognatore visionario che vuole ridare a Vicenza e in maniera indipendente dai poteri e dalla politica locale qualcosa di quello che ha ricevuto da questi natali, c'era anche il suo vice presidente, Andrea Valmarana, abituato, invece, a frequentare i poteri, come hanno evidenziato, a dispetto della sua dichiarata avversione alla "pubblicità ", anche i suoi visibili rimbrotti a un collega che evidentemente non aveva dato una qualche informazione come lui desiderava
A quei gestuali schiaffetti facevano seguito i salamelecchi finali ad altri colleghi invitati a fine incontro a colloqui e drink riservati alle P.R. mentre i corrispondenti di GdV e CorVeneto avevano lasciato da tempo la sala di sicro per motivi di tempi di lavoro.
Ma, ci è sembrato, infastiditi anche e in parte dalla fake news (ci ha sorriso su anche il buon Diamanti) su un inesistente documento che il consiglio comunale, mai riunitosi al riguardo, avrebbe inviato oggi alla Roi o su una altrettanto fantomatica nota congiunta di maggioranza e minoranza, caso mai bocciata in fieri, e soprattutto dalla disabitudine mostrata verso domande vere, come quelle di sicuro lunghe ma che non potevano essere diverse per provare a fare un po' di luce sul buio persistente intorno alla Roi e che di certo non somigliavano a quelle a cui i politici nazionali fanno finta di rispondere nei tg Rai... (cfr. "Roi. La Fondazione demolita").
Tornando a Valmarana i poteri lui li frequenta, eccome, anche come professionista di sicure qualità , che ha dimostrato in molte società , tra cui la Palladio Finanziaria, varie controllate della Banca Popolare di Vicenza ma anche, e purtroppo se la sua nomina come aveva strombazzato Gianni Mion doveva arricchire un cda nel segno della discontinuità col passato, alla corte di varie aziende di Gianni Zonin della cui azienda faro, la Zonin spa, risulta sindaco fino al 16 ottobre 2016, il giorno prima del 17 ottobre 2016 quando Mion lo confermava nella terna del Cda di sua competenza completata poi da Ilvo Diamanti e Giovanna Grossato.
Di buono oggi, comunque, oltre alla consegna di un sia pur scarno bilancio, quello 2016 (lo pubblichiamo qui per poi aggiungere i nostri commenti), "supervisionato" dal Valmarana che ha anche dato notizia di un esame legale su possibili irregolarità , amministrative, ha precisato, di Gianni Zonin e dei membri dei suoi precedenti Cda (quattro dell'ultimo sono ancora nell'organo attuale) abbiamo rilevato
- la grande volontà di trasparenza di Diamanti, che ha promesso chiarezza, risultati da valutare a fine mandato e l'assoluta contrarietà a una "vicentinizzazione politica" della Roi ("finchè ci sarò io non avverrà e se Jacopo Bulgarini d'Elci la reclama si faccia lui nominare presidente al posto mio, prima!")
- l'irritazione di Giovanni Carlo Federico Villa e i suoi voli pindarici per tentare di considerare Museo civico di Vicenza, l'ente destinatario esclusivo delle liberalità della Roi, ogni angolo della città (ma, si sa, lui è nel Cda pur non essendo direttore pro tempore dei musei civici allargati per cui da direttore onorario e per giunta "volontario" ogni inesatteza professionale gli è consentita
- la mitezza di Giovanna Grossato capitata in una cosa più grande di lei
- il fastidio di Giovanna Rossi di Schio verso chi stava per criticarne la presenza nel cda, fastidio tale che le faceva mollare subito il comodo divano...
- la soddisfazione di Barbara Ceschi a Santa Croce, la nipote del marchese Giuseppe Roi, quando Diamanti ridadiva la sua volontà di "annacquare" le cause in corso anche contro di lei e gestite, a quali costi?, ancora dall'avvocato di Zonin, Enrico Ambrosetti, che mantiene l'incrico solo per le questioni passate, mentre un altro "uomo di Zonin", il commercialista Giovanni Sandrini rimane custode dei conti di ora come... allora
- le rivelazione choc di Valmarana di aver sottoscritto la transazione con la BPVi ma a condizioni diverse da quelle standard (così ha detto, ma questa è stata una delle sue dichiarazioni belle per fare show dela sua presunta indipendenza ma di fatto vuota, come vi diremo, ma anche di aver subito tolto dalla banca milioni di euro consegnati a Intesa Sanpaolo , magari presago del futuro, e a Mediolanum, banca di casa Berlusconi...
Tante altre cose sono state dette, alcune vere, altre fatue, altre ancora preoccupanti, ma ve le lasciamo ascoltare prima di tornare su mille contraddizioni che, lo abbiamo detto al vice presidente, rendono vane le dichiarazioni di discontinuità fatte da Mion.
A varie domande, tra cui la disponibilità degli atti dei cda per chi, tra cui lo scrivente, ne avesse diritto (li hanno chiesti anche i consiglieri regionali Manuel Brusco e Sergio Berlato oltre alla capogruppo di M5S Vicenza Liliana Zaltron), Valmarana ha risposto con un "niet, sono fatti gestionali privati" o, peggio, non ha risposto.
Per cui una domanda riassuntiva gliela facciamo qui: se Ilvo Diamanti ha motivato con l'amore per la città il suo sì non retribuito a un compito, che, lo ha detto, non pensava così lastricato di problemi e polemiche, e se Andrea Valmarana ha sottolineato come il suo sì (retribuito si immagina visto che il presidente ha detto che "quello che era fissato l'ho fatto girare a due onlus") gli sia costato il non potr ricprore altri quattro / cinque incarichi, per quale obiettivo il vice presidente, che non è vicentino, ha detto sì perdendoci?
A domani per la seconda parte del video documento e da domani in poi per tutte le considerazioni e le rivelazioni sulla Fondazione Roi. Passata, presente e futura.
Ma se i cinque settimi dei vertici sono graditi ai vecchi poteri, se un membro "inventa" musei civici a go go, se un vice presidente nega la trasparenza degli atti passati, tra cui decisioni del cda e pagamenti controversi ai musei diocesani (anche quelli civici?), e se, infine, 100.000 euro vanno alla mostra di Goldin con gisutificazioni da triplo salto mortale carpiato, il primo evento da organizzare non sarebbe la "Serata della Roi" con Augias, Daverio e Sgarbi, come ha preannunciato Ilvo Diamanti, che voleva chiamarla francesizzandola con una ingenua gaffe "La soirée du Roi" ("la serata del re", o Gianni Zonin che dir si voglia) ma la celebrazione del Gattopardo alla vicentina.
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