Quotidiano | Categorie: Interviste, Economia&Aziende

Carlo Messina, ad di Intesa Sanpaolo sinonimo oggi di BPVi e Veneto Banca: parla, ascolta e qui risponde

Di Redazione VicenzaPiù Mercoledi 11 Ottobre 2017 alle 14:25 | 0 commenti

Carlo Messina ha scelto ieri, 10 ottobre, Palazzo Leone Montanari sede di rappresentanza storica a Vicenza di Banca Intesa Sanpaolo, per fare il punto con la stampa nazionale e locale sulla cronaca e sul futuro oltre che sulla storia, che ha portato in mano all'Istituto, "il più grande e affidabile in Italia, oltre che di peso in Europa e, quindi, banca di bandiera - ha sottolineato - un campione dell'Italia da difendere quando ci si lamenta della perdita di altre aziende di riferimento", la parte attiva di Banca Popolare di Vicenza e di Veneto Banca, che di per se stesse sono state poste in liquidazione coatta amministrativa dopo una gestione che l'ad dell'Istituto ha più volte definito "scandalosa" e "vergognosa" come d'altronde ci aveva anticipato in tempi non sospetti, il 7 giugno 2016 al Cuoa di Altavilla Vicentina.

Se alla sua introduzione, che abbiamo lanciato in sintetica diretta e che abbiamo già presentato in video integrale ieri, Messina ha dedicato circa 20 minuti non si può di certo dire che abbia trascurato di rispondere alle domande di dettaglio, tattiche  e strategiche che gli sono state poste e che qui vi proponiamo anche esse integralmente.

Sono 40 minuti, il doppio della presentazione, ma più che sintetizzati vanno ascoltati, capiti e pesati nel loro complesso.

Eccovi il, nostro, servizio di informazione senza fltrli, tanto di tempo e spazio per i commenti, su fatti e dati, ne avremo. 


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Rispondo a Germano Raniero dal mio articolo che, come dice Raniero è monco. Me lo hanno fatto notare in tanti, ma scrivere la storia dei Tamimi bisognerebbe farlo a puntate. Chi come Raniero, cerca giustificazioni nell'asset familiare e nell'ambiente di questa attricetta (già protagonista di un documentario), chi si aggrappa "all'occupazione" (occupazione?) ai lager della Cisgiordania, spesso contrapposti ad alberghi a cinque stelle dove dormono i paraculati delle ONG, chi tollera il terrorismo da ritorsione, sappia che spontaneo o da ritorsione, sempre terrorismo è fa sminuire la figura da pacifista a pacifinto, perché non ci può essere pace costruita su fondamenta di terrorismo. Io sto cercando di evidenziare che la promozione di questa stronzetta viene abilmente sovrapposta all’attività terroristica dei compenti della sua famiglia. Detto questo l'attricette eretta a paladina è contestata anche dai palestinesi, perché non rappresenta un'icona di salvatrice della patria, Ahed è un nuovo simbolo difforme della resistenza palestinese,anche per il suo look occidentale, quasi americanizzato, per la sua fisicità e il suo stile di vita (non porta il velo, tocca i maschi…una vera combattente per la causa palestinese non lo farebbe mai, se io, alla mia età toccassi le palle ai militari israeliani finirei in galera e butterebbero via le chiavi...per via dell’età)… Questi atteggiamenti non rappresentano lo stereotipo della bambina palestinese, quanto una figura mediatica di successo (trovo strano che la maggioranza dei giornalisti non si sia posto questo problema), creata ad arte, per arricchire la famiglia che è stata anche foraggiata da Erdogan con regalie varie….e adesso ditelo a Erdogan...tanto non mi mette in prigione, perché le sue galere sono piene di dissidenti, tra il silenzio di questi pacifisti di basso livello.
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