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Transazioni BPVi, finora 2.500 adesioni: per i dubbi qui le domande dei giornalisti e le risposte di Fabrizio Viola e Cristiano Carrus

Di Giovanni Coviello (Direttore responsabile VicenzaPiù) Mercoledi 11 Gennaio 2017 alle 23:37 | 0 commenti

Fino a poche ore fa erano 2.500 i soci della Banca Popolare di Vicenza che hanno aderito, firmando l'accordo o manifestando il relativo interesse a farlo, alla proposta fatta lunedì 9 gennaio dai vertici di BPVi  Gianni Mion, presidente, e Fabrizio Viola, Ad delle banca di Vicenza e presidente del Comitato esecutivo di quella di Montebelluna, che ha fatto una proposta analoga, anche se tecnicamente diversa, tramite Massimo Lanza, presidente, e Cristiano Carrus, Ad di Veneto Banca. La doppia e simile proposta di transazione, che è stata recapitata con una lettera (clicca qui per il modello standard) è stata illustrata alla stampa (erano una trentina i colleghi presenti o collegati) prospettando  ai 94.000 soci individuati dalla BPVi come "beneficiari" i 9 euro e ai 75.000 dell'Istituto montebellunese il 15% della perdita subita negli ultimi 10 anni.

Se l'obiettivo (capestro?) è ottenere le adesioni per un totale di almeno l'80% delle azioni "da rimborsare" dopo due giorni non sappiamo se 2.500 firmatari per BPVi, mentre non conosciamo quelli di Veneto Banca, siano soddisfacenti, come ovvaimente dice la banca, oppure no.

Bisognerà capire anche le intenzioni delle molteplici associazioni, più o meno rappresentative dei soci, che in questi giorni e fino a venerdì Viola e Carrus stanno incontrando mentre ai direttori di filiale, magari gli stessi che hanno "piazzato" quelle azioni, è affidato il compito di convincere i singoli soci che si recheranno nelle varie filiali o che già in migliaia vi lavorano.

Se tra i dipendenti delle due ex Popolari è facile aspettarsi una serie di "sì" conditi dai timori di rientrare nel gruppone di quelli che rientreranno nelle liste di "proscrizione" degli esuberi, sono ancora molti i dubbi tra un "sì" a un recupero, migliore dei 10 centesimi teorici che valgono oggi i due titoli, e un "no" a un ristoro, che è dell'85% più basso di quanto siano costate le singole azioni ai sottoscrittori.
Dopo aver pubblicato ieri il video completo, di circa 70 minuti, delle presentazioni delle transazioni, oggi, quindi, vi sottopiamo la fase successiva: poco meno di 60 minuti di domande e risposte tra giornalisti in sala e in collegamento da Milano e Roma.


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Rispondo a Germano Raniero dal mio articolo che, come dice Raniero è monco. Me lo hanno fatto notare in tanti, ma scrivere la storia dei Tamimi bisognerebbe farlo a puntate. Chi come Raniero, cerca giustificazioni nell'asset familiare e nell'ambiente di questa attricetta (già protagonista di un documentario), chi si aggrappa "all'occupazione" (occupazione?) ai lager della Cisgiordania, spesso contrapposti ad alberghi a cinque stelle dove dormono i paraculati delle ONG, chi tollera il terrorismo da ritorsione, sappia che spontaneo o da ritorsione, sempre terrorismo è fa sminuire la figura da pacifista a pacifinto, perché non ci può essere pace costruita su fondamenta di terrorismo. Io sto cercando di evidenziare che la promozione di questa stronzetta viene abilmente sovrapposta all’attività terroristica dei compenti della sua famiglia. Detto questo l'attricette eretta a paladina è contestata anche dai palestinesi, perché non rappresenta un'icona di salvatrice della patria, Ahed è un nuovo simbolo difforme della resistenza palestinese,anche per il suo look occidentale, quasi americanizzato, per la sua fisicità e il suo stile di vita (non porta il velo, tocca i maschi…una vera combattente per la causa palestinese non lo farebbe mai, se io, alla mia età toccassi le palle ai militari israeliani finirei in galera e butterebbero via le chiavi...per via dell’età)… Questi atteggiamenti non rappresentano lo stereotipo della bambina palestinese, quanto una figura mediatica di successo (trovo strano che la maggioranza dei giornalisti non si sia posto questo problema), creata ad arte, per arricchire la famiglia che è stata anche foraggiata da Erdogan con regalie varie….e adesso ditelo a Erdogan...tanto non mi mette in prigione, perché le sue galere sono piene di dissidenti, tra il silenzio di questi pacifisti di basso livello.
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