Quotidiano | Categorie: Fatti, Economia&Aziende

SVT, dg Umberto Rovini: obiettivo prioritario è abbassare età media autobus da 16 a 8 anni

Di Giovanni Coviello (Direttore responsabile VicenzaPiù) Domenica 7 Ottobre 2018 alle 14:30 | 0 commenti

 

Lunedì scorso abbiamo dato conto della illustrazione in video da parte deI presidente di SVT Cristiano Eberle con i soci Maria Cristina Franco (Provincia di Vicenza) e Francesco Rucco (Comune) della previsione economico finanziaria del triennio 2019-2021 della società di Trasporto Pubblico Locale che continuerà in house fino al 2026 e che prevede di abbassare l'età media degli autobus da 16 a 8 anni. Le domande successive, anche sui futuri mezzi elettrici e sulla conquista di nuovi utenti, che qui documentiamo con le risposte, hanno riguardato Eberle, Franco e  Rucco ma molte si sono incentrate sull'aspetto strategico dell'ammodernamento della flotta aziendale.

Su questo ha dato risposte soprattutto l'ing. Umberto Rovini, Direttore Generale di Società Vicentina Trasporti, supportandole anche con una "prova visiva" di pullman nuovi o di pochi anni di età, provenienti dal nord Europa, che cominciano ad essere acquistati per perseguire l'obiettivo che ha motivazioni importanti nella sicurezza degli operatori e degli utenti oltre che nel crescente rispetto ambientale.


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Rispondo a Germano Raniero dal mio articolo che, come dice Raniero è monco. Me lo hanno fatto notare in tanti, ma scrivere la storia dei Tamimi bisognerebbe farlo a puntate. Chi come Raniero, cerca giustificazioni nell'asset familiare e nell'ambiente di questa attricetta (già protagonista di un documentario), chi si aggrappa "all'occupazione" (occupazione?) ai lager della Cisgiordania, spesso contrapposti ad alberghi a cinque stelle dove dormono i paraculati delle ONG, chi tollera il terrorismo da ritorsione, sappia che spontaneo o da ritorsione, sempre terrorismo è fa sminuire la figura da pacifista a pacifinto, perché non ci può essere pace costruita su fondamenta di terrorismo. Io sto cercando di evidenziare che la promozione di questa stronzetta viene abilmente sovrapposta all’attività terroristica dei compenti della sua famiglia. Detto questo l'attricette eretta a paladina è contestata anche dai palestinesi, perché non rappresenta un'icona di salvatrice della patria, Ahed è un nuovo simbolo difforme della resistenza palestinese,anche per il suo look occidentale, quasi americanizzato, per la sua fisicità e il suo stile di vita (non porta il velo, tocca i maschi…una vera combattente per la causa palestinese non lo farebbe mai, se io, alla mia età toccassi le palle ai militari israeliani finirei in galera e butterebbero via le chiavi...per via dell’età)… Questi atteggiamenti non rappresentano lo stereotipo della bambina palestinese, quanto una figura mediatica di successo (trovo strano che la maggioranza dei giornalisti non si sia posto questo problema), creata ad arte, per arricchire la famiglia che è stata anche foraggiata da Erdogan con regalie varie….e adesso ditelo a Erdogan...tanto non mi mette in prigione, perché le sue galere sono piene di dissidenti, tra il silenzio di questi pacifisti di basso livello.
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