Quotidiano | Categorie: Politica, Fatti

Sicurezza a Vicenza, Celebron e Dotto: chiudono uffici assessorato in viale Milano, 820 € di affitto e nessun miglioramento al degrado

Di Note ufficiali Mercoledi 8 Agosto 2018 alle 23:19 | 0 commenti


Pubblicato l'8 agosto alle 16.10, aggiornato con video alle 23.19. La giunta comunale - comunica una nota - ha deciso di chiudere definitivamente gli uffici di viale Milano 36 che da giugno 2014 accoglievano l'assessorato alla sicurezza e la protezione civile. "Secondo la passata amministrazione il presidio di viale Milano - ha commentato l'assessore alle attività sportive con delega alla protezione civile Matteo Celebron –  doveva servire a migliorare la sicurezza della zona. Ma è evidente a tutti che quell'obiettivo non è stato raggiunto. 

Inoltre il comodato gratuito di cinque anni, relativo a tre stanze e due posti auto coperti, è scaduto a febbraio. Da allora fino al prossimo 30 settembre gli spazi sono stati mantenuti con un canone di affitto mensile di 820 euro: una spesa ingente e inutile che oggi abbiamo deciso di non mantenere. Le tre persone della protezione civile ancora in servizio in viale Milano saranno trasferite in uno degli edifici di proprietà comunale".
"La spesa che il Comune sta sostenendo per mantenere quell'ufficio non è certo irrisoria - ha confermato l'assessore alla trasparenza con delega al patrimonio Isabella Dotto - Inoltre riteniamo che il problema della sicurezza della zona, che permane da diverso tempo, non si possa certo risolvere collocandovi un ufficio con addirittura due posti auto coperti, fatto reso oggi ancora più evidente dalla mancanza di risultati portati dall'iniziativa”. 


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Rispondo a Germano Raniero dal mio articolo che, come dice Raniero è monco. Me lo hanno fatto notare in tanti, ma scrivere la storia dei Tamimi bisognerebbe farlo a puntate. Chi come Raniero, cerca giustificazioni nell'asset familiare e nell'ambiente di questa attricetta (già protagonista di un documentario), chi si aggrappa "all'occupazione" (occupazione?) ai lager della Cisgiordania, spesso contrapposti ad alberghi a cinque stelle dove dormono i paraculati delle ONG, chi tollera il terrorismo da ritorsione, sappia che spontaneo o da ritorsione, sempre terrorismo è fa sminuire la figura da pacifista a pacifinto, perché non ci può essere pace costruita su fondamenta di terrorismo. Io sto cercando di evidenziare che la promozione di questa stronzetta viene abilmente sovrapposta all’attività terroristica dei compenti della sua famiglia. Detto questo l'attricette eretta a paladina è contestata anche dai palestinesi, perché non rappresenta un'icona di salvatrice della patria, Ahed è un nuovo simbolo difforme della resistenza palestinese,anche per il suo look occidentale, quasi americanizzato, per la sua fisicità e il suo stile di vita (non porta il velo, tocca i maschi…una vera combattente per la causa palestinese non lo farebbe mai, se io, alla mia età toccassi le palle ai militari israeliani finirei in galera e butterebbero via le chiavi...per via dell’età)… Questi atteggiamenti non rappresentano lo stereotipo della bambina palestinese, quanto una figura mediatica di successo (trovo strano che la maggioranza dei giornalisti non si sia posto questo problema), creata ad arte, per arricchire la famiglia che è stata anche foraggiata da Erdogan con regalie varie….e adesso ditelo a Erdogan...tanto non mi mette in prigione, perché le sue galere sono piene di dissidenti, tra il silenzio di questi pacifisti di basso livello.
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