Quotidiano | Categorie: Immigrazione

Richiedenti asilo e studenti del liceo Quadri pranzano insieme per festeggiare il Natale

Di Piero Casentini Sabato 24 Dicembre 2016 alle 12:10 | 0 commenti

Pubblicato il 23 dicembre alle 17.06. Aggiornamento con interviste a operatori e "ospiti" del 24 alle 12.10

Si è tenuto oggi, 23 dicembre, il pranzo di Natale nei locali della Parrocchia di San Paolo a Vicenza, che ha visto un gruppo di studenti del liceo Quadri mangiare insieme ai migranti richiedenti asilo. Giunto alla seconda edizione, il pranzo è un'occasione per festeggiare un percorso di integrazione che vede collaborare enti e persone impegnate nei campi dell'educazione e del sociale: insegnanti, studenti delle classi terze, quarte e quinte, migranti di diverse confessioni religiose, operatori della cooperativa Cosep, sacerdoti cattolici. Perno centrale di questo percorso, che arricchisce umanamente tanto gli italiani quanto gli stranieri, è il servizio di alfabetizzazione alla lingua italiana che ogni giovedì pomeriggio alcuni studenti offrono volontariamente ai richiedenti asilo.

La Parrocchia di San Paolo, limitrofa al liceo Quadri, mette a disposizione materiale scolastico oltre ad alcuni locali ove svolgere le lezioni: il rapporto tra studenti e migranti richiedenti asilo è quasi di uno a uno, così da garantire una sorta di tutoraggio che risulta proficuo. Davvero un bello spettacolo vedere tavolate attorno alle quali stanno sedute gomito a gomito persone diverse per origine geografica, lingua e credo religioso. Un plauso a tutte le persone coinvolte che hanno voluto ringraziare Isabella Sala, assessore alla Comunità e alle Famiglie del Comune di Vicenza, che sostiene questo progetto.


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Rispondo a Germano Raniero dal mio articolo che, come dice Raniero è monco. Me lo hanno fatto notare in tanti, ma scrivere la storia dei Tamimi bisognerebbe farlo a puntate. Chi come Raniero, cerca giustificazioni nell'asset familiare e nell'ambiente di questa attricetta (già protagonista di un documentario), chi si aggrappa "all'occupazione" (occupazione?) ai lager della Cisgiordania, spesso contrapposti ad alberghi a cinque stelle dove dormono i paraculati delle ONG, chi tollera il terrorismo da ritorsione, sappia che spontaneo o da ritorsione, sempre terrorismo è fa sminuire la figura da pacifista a pacifinto, perché non ci può essere pace costruita su fondamenta di terrorismo. Io sto cercando di evidenziare che la promozione di questa stronzetta viene abilmente sovrapposta all’attività terroristica dei compenti della sua famiglia. Detto questo l'attricette eretta a paladina è contestata anche dai palestinesi, perché non rappresenta un'icona di salvatrice della patria, Ahed è un nuovo simbolo difforme della resistenza palestinese,anche per il suo look occidentale, quasi americanizzato, per la sua fisicità e il suo stile di vita (non porta il velo, tocca i maschi…una vera combattente per la causa palestinese non lo farebbe mai, se io, alla mia età toccassi le palle ai militari israeliani finirei in galera e butterebbero via le chiavi...per via dell’età)… Questi atteggiamenti non rappresentano lo stereotipo della bambina palestinese, quanto una figura mediatica di successo (trovo strano che la maggioranza dei giornalisti non si sia posto questo problema), creata ad arte, per arricchire la famiglia che è stata anche foraggiata da Erdogan con regalie varie….e adesso ditelo a Erdogan...tanto non mi mette in prigione, perché le sue galere sono piene di dissidenti, tra il silenzio di questi pacifisti di basso livello.
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