Quotidiano | Categorie: Politica, Interviste

Le primarie di Giacomo Possamai: una base di passione, una spruzzata di gioventù, una parte di PD. E di esperienza? Q.b., ci dice lui

Di Giovanni Coviello (Direttore responsabile VicenzaPiù) Mercoledi 4 Ottobre 2017 alle 23:12 | 2 commenti

Giacomo Possamai, 27 anni anche se lui se ne dà "quasi 28", dopo aver detto "mamma" e "papà", il Paolo direttore dei quotidiani Finegil del Nord Est alla cui guida a... distanza è molto grato, pare abbia detto "Trissino" e non "grissino" appena gli sono spuntati i primi dentini per sgranocchiare qualcosa di solido... Scherzi a parte Giacomo fa attività politica, che non significa solo "politica", da quando aveva 15 anni e arrivò subito a capeggiare gli studenti di sinistra per poi fare esperienza, sempre coerente col suo credo politico mentre cambiavano i nomi delle formazioni che hanno portato all'attuale Pd, di cui è ora capogruppo in Consiglio comunale.

Non proprio secchione, anche per le sue intense attività politiche, il laureato in legge Possamai, che, dopo molte esperienze nelle pubbliche relazioni anche nel team di Relazioni Esterne e Comunicazione del Governo Italiano per la Presidenza del Semestre Europeo (con Enrico Letta a Roma), da maggio 2016 lavora nelle Relazioni esterne ed istituzionali del gruppo Unicomm di Marcello Cestaro a Dueville, è arrivato ad essere vice segretario nazionale della "mejo gioventù" Dem dal 2012 al 2016 e ha anche partecipato alla campagna elettorale di Barack Obama negli  USA all'interno del Comitato Elettorale di Philadelphia, con ruoli, a' rieccoci, di comunicazione e di gestione dei dati.

Sorvoliamo su altri passaggi del suo ricco curriculum, in cui gli incarichi lavorativi si incrociano con ruoli politici, e, se non lo avete già fatto, preparatevi a vedere, ascoltare e comnciare a valutare cosa ci e vi ha detto nella sua prima intervista tv da candidato alle primarie in cui contenderà la "nomination" a Otello Dalla Rosa, "compagno", si fa per dire, di partito, a cui cercherà di sfilare almeno una parte dei voti di tesserati e simpatizznti dem aggiungendoli almeno a quelli dei suoi fan storici, i giovani che con lui stanno crescendo, e Jacopo Bulgarini d'Elci, candidato, che si dichiara "indipendente" dai partiti ma non certo dal mondo del suo "scopritore", Achille Variati, e che punterà, oltre che sul suo programma "radicale" , così lo ha definito, per sostenitori che una volta avremmo chiamato "radical chic" anche sul club del sindaco in cui un grande sherpa di voto sarà Umberto Nicoali.

Ma se la suddivisione tra i due tesserati del Partito democratico dei voti dello zoccolo duro del partito, in che parte non è facile prevederlo anche se il capogruppo Pd è di certo più uomo di struttura (una volta si diceva di "apparato") del manager, che dalla sua ha le truppe di Sala e non solo, potrebbe avvantaggiare l'attuale vice sindaco, che gode anche di una stampa "ufficiale" da tempo amica, Giacomo Possamai nella sua intervista rifiuta queste, vecchie, considerazioni e punta sulle idee e sul suo mix: una base di passione e una spruzzata di gioventù, oltre, è ovvio, a una parte  una parte di PD. E di esperienza? Q.b., ci dice lui.

Cominciate a valutare voi le sue prime parole da candidato alle primarie dopo quelle di Bulgarini e quelle di Dalla Rosa.

Per i fatti in cui dovrebbero concretizzarsi bisogna affidarsi all'intuito e al futuro.

Ma, se possiamo dire o, meglio, ripetere la nostra, dopo le prime tre presentazioni dei tre aspiranti ad essere il portabandiera della coalizione in nuce del centro sinistra, stavolta la gara è tra tre candidati "primari".

Se poi si aggiungesse, improbabile ma possibile, Giovanni Rolando l'età media dei competitors si alzerebbe e il livello non ne soffrirebbe.

Ma Bulgarini farebbe bingo: sarebbero in tre a dividersi un PD già svuotato da quasi due lustri di strapotere variatiano...

Ma questo è un altro, per ora, discorso.


Commenti

Inviato Giovedi 5 Ottobre 2017 alle 07:30

Discontinuità assoluta, questa la necessità di Vicenza dopo Variati e la sua Giunta.
Inviato Giovedi 5 Ottobre 2017 alle 19:01

Resta il fatto che dopo 10anni dalla sua fondazione (io c'ero) il PD è ancora alla ricerca di una identità, un suo progetto, in tutto questo tempo non è riuscito a "educare" "costruire" insomma prepare un delfino, un uomo/donna da presentare alla città come Sindaco. Se il PD non è ancora crollato, lo si deve ad Achille Variati e alla sua forza aggregatrice (piaccia o meno) Variati è stato il salvagente del PD. Se come cittadini ci guardiamo attorno, quale possibilità di scelta? Possibile che in 10 anni il partito non sia stato in grado di ALLEVARE una classe dirigente? This is the problem! A quando le scelte saranno dei cittadini? Mai! Si va ancora una volta alle liste bloccate, ai capolista nominati, non in base alle competenze, capacità, titoli ecc..ma in base alla Fedeltà...a...Renzi. Amen.
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