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L'audizione integrale di Angelo Apponi, dg Consob, in Commissione d'inchiesta sulle banche. Lui e Carmelo Barbagallo leggano "integralmente" quello che scrive "il" socio Luca Canale, prima del confronto di giovedì 9

Di Giovanni Coviello (Direttore responsabile VicenzaPiù) Sabato 4 Novembre 2017 alle 19:06 | 0 commenti

L'audizione giovedì scorso in Commissione d'inchiesta sulle banche di Angelo Apponi, direttore generale della Consob, che vi proponiamo qui in versione integrale e col commento di Luca Canale, sulle risultanze di oltre 8 ore complessive di domande a lui e, prima di lui, a Carmelo Barbagallo, capo del Dipartimento della Vigilanza di Banca d'Italia (cliccate qui per l'audizone integrale e per il commento di Giovanni Schiavon) ha evidenziato, per precisa dichiarazione del dg, i silenzi di Bankitalia col suo ente di controllo e ha toccato molti nervi scoperti rendendo di fatto obbligatoria la convocazione di entrambi a un'audizione congiunta per giovedì 9 novembre.

Se in quella occasione Apponi e Barbagallo verranno convocati dal presidente Pier Ferdinando Casini in veste di testimoni, beh, sarebbe un grande passo in avanti perchè se dicessero cose non vere sarebbero imputabili per il reato di falsa testimonianza...

A loro decidere se coprire tutto a danno di centinaia di migliaia di risparmiatori truffati da uomini cinici e bari e portarsi il peso del loro dramma fino alla fine, oppure se avere un sussulto di umanità che potrebbe ridare un po' di vita a quelle centinaia di migliaia di persone e famiglie e, soprattutto, ridare un senso alle vite di loro due e delle loro due famiglie che la sera li aspettano a casa, ma forse non perchè, glielo auguriamo, portano in quelle case portafogli pieni. Anche di soldi guadagnati con tanto sacrificio da quelle centinaia di persone che ora sperano solo che la verità venga a galla perchè tutto questo non sia successo per nulla.        

 

Banche venete: non è successo nulla

Lo stridor di unghie che grattavano sulla lavagna della commissione di inchiesta sulle crisi bancarie si è sentito in mezza Italia, ed il vergognoso scaricabarile delle responsabilità ha sanzionato per bocca stessa di due massimi dirigenti la sostanziale inutilità del sistema di Vigilanza bancaria nazionale.
Evidentemente si è ritenuto più conveniente cercare di passare da vittime di astutissimi vignaiuoli che ammettere almeno un quindicennio di laissez-faire .
E certo è che con la batteria di ex dipendenti del sistema di Vigilanza assunti direttamente o per interposta srl dalla Banca Popolare di Vicenza, almeno uno dei coach della terra del prosecco deve aver avuto vita facile, dato che sapeva perfettamente quali fossero i nervi che gli ispettori avrebbero cercato di mettere a nudo.
Fa specie come si possano fare certe affermazioni davanti ad una commissione parlamentare di inchiesta, condannando virtualmente alla chiusura per drammatica inutilità due istituzioni quali Consob e Banca d'italia.
O forse dovremmo credere che siano più esperti in materia di frodi bancarie, solo per citarne un paio, una collaboratrice scolastica della valle del Chiampo o un direttore a caso di una testata locale online?
Viste le risposte di giovedì, la mia impressione è che SI, attualmente due figure del genere ne sanno di più.
Personalmente preferirei ammettere di essermi sbagliato, piuttosto che dichiarare pubblicamente di essere stato fatto fesso, ma tant'è, ognuno opera con la professionalità e l'esperienza di cui dispone.
In ogni caso le due istituzioni hanno dichiarato che hanno fatto tutto quello che potevano al meglio delle loro capacità, con le informazioni di cui disponevano.
A questo punto mi verrebbe spontanea la domanda se anche i due auditi abbiano acquistato quote delle popolari venete, visto che il livello di conoscenza finanziaria pare essere pari a quello de noialtri.
E a proposito dei programmi governativi per incrementare il livello di conoscenza finanziaria, forse qualcuno dovrebbe consigliare al ministro dell'economia di iniziare non dai risparmiatori, non dai consulenti di sportello, ma dai funzionari della vigilanza, vista la facilità con cui si fanno gabbare da dei piccoli banchieri di provincia.
Sarebbe interessante anche cercare di giustificare le centinaia di milioni pubblici che queste ispezioni costano, per produrre questi risultati.
Altrettanto interessante sarebbe indagare sulle imponenti somme bruciate dal sistema bancario per tenere in coma i due pazienti, dopo che i buchi erano ormai tanto evidenti da ostacolare il transito in Via Nazionale, almeno 3,5 miliardi che ora stanno pagando i correntisti delle altre banche grazie al rialzo delle spese e commissioni.
Ovviamente tutto all'insaputa di Consob e banca d'italia.
Mi perdonerete ma non riesco a mettere la maiuscola dopo la parola "banca", visto che le odierne audizioni hanno decisamente sancito la peggiore delle pratiche nazionali, il "non sapevo", il "non ero informato", il "a mia insaputa".
Mancavano solo "il maresciallo non c'è" e "la chiave non si trova" e il quadro sarebbe stato completo.
Capita invece che, e la vostra testata ne ha dato ampia testimonianza, ci sia chi da oltre due decenni denunci e segnali a banca d'italia e Consob le pratiche illegittime e finanziariamente spregiudicate delle due popolari venete, e con carte alla mano sia in attesa di venire udito in Commissione.
Vedremo come finirà.
Nel frattempo "per la credibilità internazionale del Paese" l'attuale governo, l'attuale maggioranza continua a farsi beffe non solo della Costituzione, ma anche del diritto naturale.
Anche solo con un po' di buon senso si capirebbe che così non si può andare avanti.
Ma tranquilli, non è successo nulla, tutti hanno fatto il proprio dovere al meglio delle proprie capacità.
Dormiamo sonni sereni e sicuri, i nostri risparmi, i nostri investimenti, la nostra economia, il nostro mercato sono vigilati da chi "non sa", "non era informato", "è tenuto al segreto".
Sarebbe comico se non fosse tragico.
Dal "non è successo nulla" a "domani accadrà di nuovo".

Luca Canale


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