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Tva "amplifica" minacce a incontro stampa su decreto per soci BPVi e Veneto Banca. VicenzaPiù lo segnala a Ordine dei giornalisti e Ossigeno per l'informazione e documenta ad autorità giudiziaria anche pressioni su sindaco

Di Giovanni Coviello (Direttore responsabile VicenzaPiù) Martedi 21 Agosto 2018 alle 13:43 | 0 commenti

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"Per rendere disponibile e illustrare il testo del DPCM giacente presso il Consiglio dei Ministri e in via di emanazione per il ristoro delle vittime di reati finanziari per BPVi, e Veneto Banca, è convocata una conferenza stampa lunedì 20 agosto alle ore 12.00 nella Sala Chiesa di Palazzo Trissino in corso Palladio 98. Saranno presenti il sindaco Francesco Rucco e il direttore di VicenzaPiù Giovanni Coviello": questo il testo del nostro primo invito, spedito via mail il 17 agosto,  alle testate giornalistiche direttamente interessate oltre che, come uditori, a  tutte le associazioni dei soci venete e non solo e a tutti i politici "di ogni ordine e grado" venenti e vicentini.

Il 19 agosto inviavamo di nuovo l'invito per recall e con queste aggiunte e precisazioni esplicite visti i toni minacciosi contenuti in una mail (qui riportata) inviata ai suoi associati invitati a manifestare contro l'incontro stampa dal Coordinamento di don Enrico Torta a nome anche di Noi che credevamo nella BPVi: "... Il sindaco Francesco Rucco, che ha concesso con sensibilità la sala, sarà presente per il saluto iniziale e per conoscere anche lui il decreto attutivo ad oggi giacente per il Consiglio dei Ministri. Alla conferenza stampa, riservata quindi ai colleghi giornalisti, sono stati invitati come uditori direttamente tutti i consiglieri e assessori comunali, tutti i consiglieri e i consiglieri delegati della Provincia di Vicenza,. tutti i consiglieri e gli assessori regionali, tutti i parlamentari veneti e TUTTE INDISTINTAMENTE le associazioni e i legali dei soci (chi non avesse letto o ricevuto la mail è comunque invitato pubblicamente) perché possano entrare in possesso del decreto attuativo della legge 205 approvata da tutte i partiti e movimenti il 27 dicembre 2017 e la cui scadenza di emanazione è stata fissata come termine ultimo al 31 ottobre anche questa volta con voto unanime del nuovo parlamento nell'ambito dell'approvazione del decreto Milleproroghe".

Il 20 agosto erano a lungo presenti in sala i colleghi Renzo Mazzaro de Il Mattino di Padova e Gianmaria Collicelli de Il Corriere del Veneto mentre ci rimaneva per pochissimo tempo il collega Andrea Ceroni di Tva.

Di sotto riportiamo gli articoli e il servizio di Tva sulla conferenza stampa e sulla manifestazione contro l'attività di informazione che stavamo svolgendo, senza essere associabili ad alcuna delle parti in causa, cosa comunque di mio diritto in quanto giornalista e, soprattutto, libero cittadino che può manifestare le proprie opinioni su un decreto attuativo fino ad oggi incomprensibilemnte non reso noto e rivelato in esclusiva dalla nostra testata.

I colleghi Mazzaro e Collicelli riferiscono nei loro pezzi di entrambe le situazioni, il collega Nicola Negrin de Il Giornale di Vicenza, che segue quotidianamente le attività comunali e non presente in sala, presumiano perché "non inviato" alla conferenza di contenuto diverso da quelli da lui tipicamente trattati, riferisce delle attività di protesta soprattutto di Noi che credevamo nella BPVi pur facendo presente che avvenivano nell'ambito di una convocazione di una conferenza stampa a cui Luigi Ugone, il suo presidente, pur invitato e ammesso, non aveva voluto presenziare al grido di "tutti o nessuno!" mentre, per disposizioni concordate con la Digos dopo le minacce via mail della sua e dell'altra organizzazione, poteva essere ammesso in sala solo un rappresentante per organizzazione oltre che, ovviamente, tutti i giornalisti e i pochi politici presenti.

A margine di quanto sopra riferiamo, come fanno anche gli altri tre quotidiani e il servizio di Tva (oltre che documentato in un nostro video), delle urla rivolte da Ugone e dai suoi sostenitori, in assenza di interventi delle forze dell'ordine presenti, contro il sindaco di Vicenza, che aveva semplicemente concesso la sala per la conferenza stampa di "interesse pubblico" e che è stato costretto a riceverli per evitare il peggio.

In attesa e nella speranza giornalistica che il GdV approfondisca i contenuti della conferenza stampa (ma, ovviamente, è suo diritto farlo o non farlo e, se sì, di decidere quando e come farlo), gli articoli dei colleghi Mazzaro e Collicelli dimostrano di per se stessi (al di là delle nostre cronache e dei nostri video) come il servizio video di Tva, che ci ha aperto il tg serale del 20 agosto, sia stato totalmente "parziale" evidenziando solo la protesta di pochi, dandole un'evidenza definibile come "promozionale" di azioni contro la libera informazione ma, soprattutto, mai evidenziando, sia pure di sfuggita, che il tutto avveniva a margine di una libera conferenza stampa a cui pure il collega aveva presenziato e da cui ha tratto immagini per il suo servizio senza collocarle nel corretto contesto informativo.

Se saranno i lettori e i telespettatori a valutare i singoli comportamenti, pur reputando non condivisibile che alcune delle testate citate non abbiano esposto i contenuti di un decreto attuativo, buono o cattivo che sia, che fissa le modalità di ristoro per le vittime di sei banche che, in base alla legge 205, hanno commesso "reati finanziari" a danno dei soci e degli obbligazionisti, chiediamo al Consiglio di disciplina dell'Ordine dei Giornalisti del Veneto di valutare l'operato dell'emittente Tva chiaramente parziale e distorsivo della realtà e con ciò stesso corresponsabile dell'esaltazione di comportamenti che si oppongono all'esercizio del diritto/dovere di cronaca.

Segnaliamo, inoltre e per le diverse competenze, tutti i fatti predetti, tutti documentati e documentabili con foto e video, a Ossigeno per l'Informazione, l'Osservatorio sui giornalisti minacciati e sulle notizie oscurate con la violenza, e all'autorità giudiziaria, in particolare per quanto attuato da chi con l'associazione Noi che credevamo nella BPVi ha provato ad impedire e/o, comunque, ad ostacolare con atteggiamenti violenti l'esercizio della professione giornalistica e l'informazione pubblica nonchè ha costretto con la forza delle azioni e delle minacce il primo cittadino di Vicenza a uscire dalla conferenza stampa a cui presenziava come da programma per ricevere i manifestanti turbolenti a cui, stavolta, non ha saputo (o potuto) opporre la ben diversa determinazione e il pugno duro che dimostra in altre, più scenografiche?, situazioni.

Certo che, ci verrà fra un po' a dire l'opposizione magari, che so, con il "pentito" (delle vecchie cecità) Raffaele Colombara,  una cosa è farsi riprendere da Tva con la faccia truce contro un immigrato o qualche homeless, altra cosa è avere fermezza con il capo dei forconi di Montecchio, tanto più se Luigi Ugone ci ha tenuto a dichiarare all'epoca: "non siamo forconi ma un gruppo di liberi cittadini...".

Che oggi con le urla e le minacce tolgono la libertà di informarsi agli altri...

Coraggio Rucco, mostri il petto e non continui a (dare l'impressione di) farsi incatenare da loro come in campagna elettorale.

Il direttore

 

Ex popolari, il decreto è pronto ma fa litigare i risparmiatori

L'odissea infinita degli exazionisti

. Ex popolari, il decreto è pronto ma fa litigare i risparmiatori

I criteri per i risarcimenti: ecco il testo tenuto nel cassetto da Gentiloni e Conte. Il sindaco Rucco apre il Comune di Vicenza alle associazioni, ma c'è tensione

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di Renzo Mazzaro, da Il Mattino di Padova

Vicenza. 
È saltato fuori dal cassetto il famoso decreto attuativo del fondo di ristoro per i risparmiatori truffati dalle banche, di cui tutti parlano da mesi senza che nessuno l'abbia mai letto. Lo teneva nascosto il governo Gentiloni (cosa inspiegabile visto che a redarlo è stato il sottosegretario all'Economia Pierpaolo Baretta) e ha continuato a nasconderlo il governo Conte (cosa più comprensibile visto che gli attuali sottosegretari Bitonci e Villarosa puntano a disfare la legge istitutiva del fondo e a farne un'altra, Parlamento permettendo).
LA CONTESTAZIONE
Lo scoop è del giornale on line VicenzaPiù il cui direttore Giovanni Coviello ieri si è segnato il punto, presentandolo in una conferenza stampa a palazzo Trissino. Logica avrebbe voluto che tutti corressero a sentire la novità. Invece cosa ti va a capitare? Mentre ai piani alti Coviello illustra il decreto, fuori dal palazzo i risparmiatori delle associazioni "Don Torta" e "Noi che credevamo nella Bpvi" contestano l'iniziativa. Eppure il decreto parla di soldi da restituire ai truffati: non è questo che le associazioni vogliono? Pare di no, non tutte almeno. Gli antigovernativi di ieri sono diventati i filogovernativi di oggi: se prima volevano i soldi, ma erano troppo pochi, adesso non li vogliono più perché sono i soldi del governo precedente.
IL SINDACO E LE ASSOCIAZIONI
Sembra di essere nel teatro dell'assurdo. Per fortuna che il sindaco di Vicenza Francesco Rucco, eletto dal centrodestra, non ha problemi a dimostrarsi politicamente scorretto e a presenziare all'incontro con l'assessore Isabella Dotto. «Questa è la casa dei vicentini», dice Rucco, «noi non facciamo differenze tra associazioni». Più tardi darà appuntamento anche a Luigi Ugone, capo dei contestatori, per il 10 settembre. C'è Sergio Berlato, presidente della Terza commissione del Consiglio regionale: «Gli interventi a disposizione vanno utilizzati, il meglio è nemico del bene». Giovanna Negro, presidente della commissione regionale d'inchiesta sulle banche, si scusa per l'assenza. In sala ci sono solo 25 posti a sedere, può entrare solo un delegato per associazione, ma tutte sono rappresentate. Incluso il coordinamento don Torta, per il quale un polemico Dino Santinon grida che non verranno rimborsati i vecchi risparmiatori e neanche quelli che hanno già firmato la transazione con le banche. «Ma no, legga l'articolo 3 e l'articolo 5 del decreto che lo prevede espressamente», gli sbandiera Coviello agitando le carte. «Qui non fissa limiti né di tempo né di quantità». «È Bitonci con il coordinamento Don Torta che parlano di risarcimento in percentuale», commenta Franco Conte, responsabile Codacons. «Ma non è una posizione neutra, verrebbero premiati i vecchi azionisti e danneggiato il 50% di chi ha comprato le azioni a prezzi massimi».
FONDO DA AUMENTARE
In ogni caso di attuativo questo decreto ha solo il nome: finché non viene pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale non parte un centesimo. «Ma se si cominciano a pagare le 1.500 persone che hanno una sentenza o un lodo arbitrale che lo prevede, per un principio di equità bisognerà pagare tutti», osserva Conte. Dunque sarà necessario implementare il fondo magari pescando dai fondi dormienti delle banche, anche se il decreto non cita mai questa fonte: sono 1.574 milioni di euro accertati da Tesoro. 

Di spalla
IL RITARDO


Mai pubblicati i criteri per l'accesso ai soldi

II fondo ristoro per le vittime delle banche, è stato previsto dal governo Gentiloni e portato avanti dal sottosegretario all'Economia Pier Paolo Baretta. In realtà non è mai stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il decreto attuativo necessario a definire i criteri per l'accesso al fondo stesso. Sostenuto da alcune associazioni di risparmiatori, il fondo è stato contestato da altre per una serie di ragioni tra cui l'insufficiente stanziamento di soldi e il fatto che non garantirebbe il ristoro ai soci storici. I risparmiatori favorevoli alla sua creazione si sono invece soffermati sul fatto che esso rappresenta una partenza: la cifra è insufficiente, ma andrà incrementata.

 

Ex soci in guerra tra loro Esposto di Codacons contro il gruppo Ugone

Ex soci in guerra tra loro.Esposto di Codacons contro il gruppo Ugone. A Vicenza si consuma lo strappo sul fondo di ristoro

di GianMaria Collicelli, da Il Corriere del Veneto

 

VICENZA Dalle posizioni diversificate alla guerra totale. Fatta di slogan, cartelli, proteste e pure la minaccia di carte bollate, che una parte annuncia di muovere contro l'altra. A questo si è arrivati fra le (molte) associazioni impegnate nella difesa dei risparmiatori traditi delle due ex Popolari venete, Bpvi e Veneto Banca. Anime diverse di uno stesso esercito che vive, però, uno scontro intestino su un tema preciso: il fondo di ristoro istituito con l'ultima legge di stabilità da parte del passato governo Gentiloni - che aveva individuato una dotazione di ioo milioni di euro (25 milioni per 4 anni) in favore dei risparmiatori truffati dagli istituti di credito veneti - e il relativo decreto attuativo, che il nuovo governo non ha ancora approvato.

Su questo tema è andato in scena ieri a Vicenza uno scontro in piena regola fra i due fronti degli azionisti e risparmiatori, scontro che ha avuto come apice l'annuncio da parte del presidente veneto di Codacons, Franco Conte, della presentazione di un esposto alla magistratura contro Luigi Ugone, numero uno dell'associazione «Noi che credevamo nella Banca popolare di Vicenza» (la maggiore realtà per numero di ex azionisti rappresentati): «Ho intenzione di presentare un esposto nei suoi confronti - dichiara Conte - per propaganda ingannevole rispetto a questo decreto. Voglio che i magistrati verifichino come mai continuano a essere propugnate interpretazioni che non hanno un riscontro oggettivo ma che creano disperazione di massa tra i diretti interessati».

La minaccia di Conte è arrivata ieri mattina, a margine di un incontro in Comune a Vicenza che ha segnato - anche in modo plastico - la distanza fra i due fronti: da una parte la presentazione del testo del decreto attuativo che alcune associazioni vorrebbero fosse approvato entro settembre, organizzata da Giovanni Coviello della testata online «Vicenzapiù» e alla quale erano state invitate tutte le associazioni di risparmiatori (presenti una trentina di esponenti di Codacons, Adusbef, Movimento dei consumatori, coordinamento don Torta); dall'altra la protesta, nelle stesse ore di fronte alle porte del municipio vicentino, di «Noi che credevamo nella BpVi», che ha radunato un centinaio di persone con slogan e cartelli contrari al fondo del governo.
Il punto di merito riguarda la differenza fra ciò che dice la legge che istituisce il fondo di ristoro e la bozza del decreto, in via di approvazione entro il 31 ottobre prossimo: la prima stabilisce che possono ottenere ristoro «i risparmiatori che hanno subito un danno ingiusto, riconosciuto con sentenza del giudice o con pronuncia degli arbitri, in ragione della violazione degli obblighi di informazione, diligenza, correttezza e trasparenza (...)», mentre nella bozza del decreto si richiedono «sentenza o lodo arbitrale esecutivi» per poter accedere al fondo stesso. Da qui le diverse prese di posizione: «II fondo - sostiene Ugone - parla di cavilli giuridici e alla fine non riguarderà i risparmiatori veneti perché nei tribunali a Treviso e Vicenza sono aperte indagini per aggiotaggio e falso in bilancio e non si parla di mancata informazione, come invece prevede la legge».
Il sindaco di Vicenza Francesco Rucco, tirato per la giacca da entrambi i fronti, saluta durante la presentazione e poi incontra Ugone: «Noi - afferma Rucco - siamo favorevoli a qualsiasi forma di ristoro dei risparmiatori, senza guardare al colore politico di chi la propone». Dall'altra parte però c'è Conte, che prende una posizione netta a favore del fondo e critica l'associazione presieduta da Ugone: «Non è vero che servono sentenze esecutive per ottenere i ristori, basta una sentenza del giudice. La legge l'abbiamo cambiata noi. Inoltre si parla di lodi arbitrali e un lodo per essere esecutivo deve soltanto non essere impugnato dalla controparte, cosa finora mai avvenuta».

La protesta degli ex soci BpVi «Noi contrari al fondo Baretta»

POLEMICA. Secondo le associazioni i risparmiatori delle banche venete non sarebbero tutelati



Prima la manifestazione sotto il municipio e poi l'incontro con Rucco



di Nicola Negrin, da Il Giornale di Vicenza
Una mattinata da temperature bollenti. Sì, fa caldo a palazzo Trissino. Ma non c'è solo il sole che batte. Ci sono anche un centinaio di risparmiatori delle banche venete, riuniti nelle associazioni "Noi che credevamo nella BpVi" e "Coordinamento Don Torta" che si presentano in municipio con tanto di cartelli e slogan. Chiedono di salire compatti ai piani superiori dove, in sala Chiesa, è convocata una conferenza stampa per "Illustrare il testo del decreto giacente presso il Consiglio dei Ministri e in via di emanazione per il ristoro delle vittime di reati finanziari per BpVi e Veneto Banca". Sono stati invitati all'incontro, che non è organizzato dall'amministrazione comunale, «ma tutti voi - viene detto loro dagli uscieri - non potete entrare. Siete troppi e c'è un problema di sicurezza». «O tutti o nessuno - la replica - vogliamo parlare con il sindaco». Serviranno cori, urla, slogan e resistenze. Ma alla fine l'obiettivo sarà raggiunto.
Il faccia a faccia va in scena poco dopo le 13 e va avanti per circa 30 minuti. «Prima di tutto - afferma il presidente di Noi che credevamo, Luigi Ugone - abbiamo portato il nostro disappunto al sindaco perché ci aspettavamo di essere ricevuti prima, visto che si era detto sensibile alla situazione. Per noi i tempi politico-istituzionali stringono, perché tra ottobre e novembre dobbiamo tornare giù a Roma per parlare di una nuova normativa e non del fondo Baretta». Ed è qui che si arriva al dunque. «Il fondo Baretta contiene cavilli giuridici che alla fine escludono dal ristoro i risparmiatori delle banche venete. Ciò significa che noi non potremmo mai essere risarciti. Noi abbiamo chiesto un provvedimento diverso e vogliamo che il sindaco sappia che idea abbiamo». «Ho precisato loro - replica Francesco Rucco al termine del faccia a faccia - che il sindaco non sposa nessuna associazione ma sposa solo i danneggiati della popolare di Vicenza e di Veneto Banca e che farà di tutto per sostenere l'azione sul governo che avverrà nelle prossime settimane. Siamo a favore di ogni fondo di risarcimento e ristoro a favore dei danneggiati, a prescindere da appartenenze politiche e associative» Dalle polemiche si passa alle strette di mano e agli appuntamenti. Il prossimo il 10 settembre?


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