Quotidiano | Categorie: Fatti

Gianni, Giovanni e... Cetera n. 002, tutta la verità e tutte le verità su Vicenza e dintorni. Mettetevi in fila, ci chiederete di esserci…

Di Pietro Cotròn Domenica 15 Ottobre 2017 alle 17:43 | 0 commenti

Martedì scorso abbiamo raccontato come «in questa stupenda città, ricca di stupende ciacole e di stupende reverenze, un giorno io, Giovanni Coviello, ingegnere di nascita, ma per vocazione creatore di attività "a fini di lucro" altrui, e Gianni Giglioli, noto consulente per professione ma ispirato dall'arte e da una sapida cultura, ci siamo incontrati per un'intervista sulla città, bellezze e bruttezze incluse» e, mentre stavamo decidendo la scaletta, «presi da improvvisa, per altri, ma abituale per noi, follia e forti della nostra autoconsiderazione pari solo alla nostra tendenza all'autocritita, abbiamo pensato di fare un "frullato" di egoismo e di altruismo creando un format da web tv».

È così che è nato il n. 001 (per arrivare, la sfida è stata di Giovanni, al n. 999) di "Gianni, Giovanni e... Cetera": mettere alla berlina i lati scoperti, e non solo quello B, dei nostri concittadini, specialmente quelli "potenti", è il suo scopo, e il nostro divertimento. Pian pianino la perfezioneremo e la accorceremo, ora perdonateci e "beccatevi" la seconda puntata. È già più corta, non ha problemi di audio e parla di tante cose e... Cetera.

Se resisterete a questa, non pensate che per voi sarà finito il sacrificio:  è pronta e già in arrivo anche la puntata n.003.


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Rispondo a Germano Raniero dal mio articolo che, come dice Raniero è monco. Me lo hanno fatto notare in tanti, ma scrivere la storia dei Tamimi bisognerebbe farlo a puntate. Chi come Raniero, cerca giustificazioni nell'asset familiare e nell'ambiente di questa attricetta (già protagonista di un documentario), chi si aggrappa "all'occupazione" (occupazione?) ai lager della Cisgiordania, spesso contrapposti ad alberghi a cinque stelle dove dormono i paraculati delle ONG, chi tollera il terrorismo da ritorsione, sappia che spontaneo o da ritorsione, sempre terrorismo è fa sminuire la figura da pacifista a pacifinto, perché non ci può essere pace costruita su fondamenta di terrorismo. Io sto cercando di evidenziare che la promozione di questa stronzetta viene abilmente sovrapposta all’attività terroristica dei compenti della sua famiglia. Detto questo l'attricette eretta a paladina è contestata anche dai palestinesi, perché non rappresenta un'icona di salvatrice della patria, Ahed è un nuovo simbolo difforme della resistenza palestinese,anche per il suo look occidentale, quasi americanizzato, per la sua fisicità e il suo stile di vita (non porta il velo, tocca i maschi…una vera combattente per la causa palestinese non lo farebbe mai, se io, alla mia età toccassi le palle ai militari israeliani finirei in galera e butterebbero via le chiavi...per via dell’età)… Questi atteggiamenti non rappresentano lo stereotipo della bambina palestinese, quanto una figura mediatica di successo (trovo strano che la maggioranza dei giornalisti non si sia posto questo problema), creata ad arte, per arricchire la famiglia che è stata anche foraggiata da Erdogan con regalie varie….e adesso ditelo a Erdogan...tanto non mi mette in prigione, perché le sue galere sono piene di dissidenti, tra il silenzio di questi pacifisti di basso livello.
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