Quotidiano | Categorie: Fatti

Gianni, Giovanni e... Cetera n. 001. La verità, tutta la verità, nient'altro che la verità su Vicenza e dintorni: parola di Cetera

Di Pietro Cotròn Martedi 10 Ottobre 2017 alle 11:47 | 0 commenti

(N.b. Problemi audio altalenanti fino al minuto 8.20. Poi audio ok, ci scusiami, ndr). In questa stupenda città, ricca di stupende ciacole e di stupende reverenze, un giorno io, Giovanni Coviello, ingenere di nascita, ma per vocazione creatore di attività "a fini di lucro" altrui, e Gianni Giglioli, noto consulente per professione ma ispirato dall'arte e da uan sapida cultura, ci siamo incontrati per un'intervista sulla città bellezze e bruttezze incluse. Stavamo decidendo la scaletta quando, presi da improvvisa, per altri, ma abituale per noi, follia e forti della nostra autoconsiderazione pari solo alla nostra tendenza all'autocritita, abbiamo pensato di fare un "frullato" di egoismo e di altruismo creando un format da web tv.

Mettere alla berlina  i lati scoperti e non solo quello B, dei nostri concittadini. In primis quelli potenti o che si pensano potenti, di cui tutti ciacolano ma che ancora di più se possibile, riveriscono, è divenato il nostro must: castigat ridendo mores. Tradotta letteralmente, questa frase latina significa: "corregge i costumi ridendo". Questa iscrizione, posta sul frontone di vari teatri e dovuta al poeta latinista francese Jean de Santeu, (ripassiamo su Wikipedia i nostri lontani ricordi classici), "indica come la commedia e la satira, spargendo ironia e ridicolo sui vizi e i difetti umani, diano un apporto importante per la riforma dei costumi".

Ma, siccome, il "garante", un garante qualunque è ora così di moda per tutto e tutti da invadere anche le primarie del centro sinistra (cioè Bulgarini al centro dell'attenzione e Possamai e Dalla Rosa a cercare anche loro su Wipiedia cosa ci sia dietro la parola sinistra) in una fase di autocritica noi, Gianni e Giovanni, abbiamo pensato che servisse un garante di quanto dicessimo senza paura alcuna e basandoci su fatti certi e comprovate dicerie, abbiamo allora cercato un esperto di tutte le altre cose in cui noi non fossimo ferrati.

E, mentre cercavamo un network che capisse le potenzialità del nostro nascente format, abbiamo incontrato un signore, Cetera, che ci è parso così carismatico ma anche così misterioso (il nome non lo abbiamo ben compreso, ma pare si chiami Nane) che gli abbiamo proposto di venire ad ascoltarci mentre sbertucciamo tutti e tutte le cose e di esprimere le sue certezze e i suoi imparziali giudizi in ognuna di quelle che, nella nostra testa, si stavano materializzando come puntate di una rubrica che Narcos gli fa un baffo.

Cetera sembra che ci abbia detto sì, attenti non c'entra il referendum, e allora per incoraggiarlo, in attesa che ci arrivino i milioni di euro che alimentano geni della comunicazione come quel cazio di Fazio e che dovremo condividere, gioco forza, col nostro garante, abbiamo cercato e trovato, su pressioni di Giovanni, VicenzaPiùTv che ci ha assicurato di produrre le prime puntate di prova di "Gianni, Giovanni e... Cetera".

Eccovi la n. 001 che parla di molto ma di più ancora sorride e che ci auguriamo che apprezziate per poi arrivare fino alla 999 dopo la quale scatta un'opzione già firmata con Marco Goldin Century Fox, che tradotto letteralemente significa: quella volpe del secolo che si chiama Marco Goldin... 


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Rispondo a Germano Raniero dal mio articolo che, come dice Raniero è monco. Me lo hanno fatto notare in tanti, ma scrivere la storia dei Tamimi bisognerebbe farlo a puntate. Chi come Raniero, cerca giustificazioni nell'asset familiare e nell'ambiente di questa attricetta (già protagonista di un documentario), chi si aggrappa "all'occupazione" (occupazione?) ai lager della Cisgiordania, spesso contrapposti ad alberghi a cinque stelle dove dormono i paraculati delle ONG, chi tollera il terrorismo da ritorsione, sappia che spontaneo o da ritorsione, sempre terrorismo è fa sminuire la figura da pacifista a pacifinto, perché non ci può essere pace costruita su fondamenta di terrorismo. Io sto cercando di evidenziare che la promozione di questa stronzetta viene abilmente sovrapposta all’attività terroristica dei compenti della sua famiglia. Detto questo l'attricette eretta a paladina è contestata anche dai palestinesi, perché non rappresenta un'icona di salvatrice della patria, Ahed è un nuovo simbolo difforme della resistenza palestinese,anche per il suo look occidentale, quasi americanizzato, per la sua fisicità e il suo stile di vita (non porta il velo, tocca i maschi…una vera combattente per la causa palestinese non lo farebbe mai, se io, alla mia età toccassi le palle ai militari israeliani finirei in galera e butterebbero via le chiavi...per via dell’età)… Questi atteggiamenti non rappresentano lo stereotipo della bambina palestinese, quanto una figura mediatica di successo (trovo strano che la maggioranza dei giornalisti non si sia posto questo problema), creata ad arte, per arricchire la famiglia che è stata anche foraggiata da Erdogan con regalie varie….e adesso ditelo a Erdogan...tanto non mi mette in prigione, perché le sue galere sono piene di dissidenti, tra il silenzio di questi pacifisti di basso livello.
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