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Costi e tempi dell'Alta Capacità raccontati da Achille Variati: fra sei anni ne valuteremo il lascito col numero di... collegamenti diretti a lungo raggio

Di Giovanni Coviello (Direttore responsabile VicenzaPiù) Venerdi 20 Ottobre 2017 alle 19:51 | 1 commenti

Dopo quanto pubblicato sotto il titolo «Progetto preliminare Tac Tav di Rfi Italferr: Antonio Dalla Pozza illustra tracciato e opere connesse, Achille Variati commenta "un'opera storica per Vicenza»" e "illustrato" nel video da noi realizzato, ci sembra utile ascoltare Achille Variati, il sindaco di Vicenza che con quest'opera impostata, e non è poca cosa, ma non finita, sarà lungo l'iter burocratico e realizzativo, sogna di mettere il sigillo sul futuro di Vicenza dopo che quest'ultima ha perso per strada molti dei suoi simboli, e che simboli!, come la Fiera e la Banca Popolare di Vicenza.

Ascoltiamolo quindi elencare i passi successivi che fra sei anni e con un "investimento" nazionale di oltre 800 milioni ridisegneranno i collegamenti e parte della topografia di Vicenza. Sperando che bastino sei anni e 800 milioni e che se ne possano godere a quell'epoca frutti positivi che superino i timori attuali sull'impatto ambientale e architettonico (Variati ci ha messo la faccia) e, soprattutto, sulla reale utilità rispetto a un consistente potenziamemto dei collegamenti regionali.

Solo se i sognati collegamenti diretti da e per Vicenza con centri distanti (in Italia Roma, Milano, Torino) saranno sostenibili e saranno un numero congruo, ma tuttora ignoto (ed è strano perchè un'opera di queste dimensioni non si realizza senza un piano commerciale adeguato), l'opera avrà un senso per la comunità.

Altrimenti sarà tristemente certo che la Tac, che da un po' di tempo Variati, almeno in nostra presenza e dopo le nostre puntualizzazioni sostanziali e non solo pignole del passato in cui si spacciava per Alta velocità quella che è Alta capacità, chiama col suo vero nome senza l'aggiunta di Tav, servirà solo gli interessi di alcuni.

Come i proprietari delle aree intorno alla Fiera che, dopo aver dovuto rinunciare alla mega stazione, ora cercheranno di fare il loro business di "cessione" di terreni per una stazione comunque prevista che, anche se con le ali tarpate per l'alta capacità, i cui treni la interesseranno solo in occasione delle manifestazioni fieristiche, prova a darsi un "contegno" con la sottolineatura del sindaco che sarà da lì che molti vicentini potranno utilizzare i treni regionali senza dover andare nella cara, vecchia stazione, che diventerà, comunque, tutt'altra, bella e funzionale cosa rispetto ad oggi.

Chi vivrà, fra sei anni vedrà.

E se quei sei anni non raddoppieranno, italian style, speriamo di esserci anche noi a festeggiare e non a criticare il "lascito" di Achille Variati, che non potrà solo gioire per un indotto consistente di lavoro, che comunque, ci sarà.


Commenti

Inviato Sabato 21 Ottobre 2017 alle 08:16

Intanto come vero lascito Variati ci lascia le spese, parco della pace ecc. e le casse vuote per vendita di beni della città quote autostrade e troppi progetti di fattibilità mai realizzabili.
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