Quotidiano | Categorie: Fatti, Economia&Aziende

Azione di responsabilità vs Gianni Zonin & c.: nell'intervista esclusiva a suo legale Lamberto Lambertini la sua strategia per l'ex presidente BPVi e i suoi omaggi ad... Antonino Cappelleri

Di Giovanni Coviello (Direttore responsabile VicenzaPiù) Martedi 13 Dicembre 2016 alle 10:59 | 0 commenti

Pubblicato il 12 dicembre alle 23.45, aggiornato il 13 alle 9.32 e alle 10.59. Il 24 novembre a Vicenza si è tenuto un convegno sulle "Azioni di responsabilità in società di capitale...", organizzato dallo studio Legale dell'avvocato Lamberto Lambertini che col prof. Francesco Benati, che ha presieduto l'evento, rappresenta Gianni Zonin nella causa da lui (strategicamente e tatticamente) intentata a Venezia contro la Banca Popolare di Vicenza, l'ex dg Samuele Sorato e il suo vice Emanuele Giustini proprio mentre oggi, 13 dicembre, è chiamata a votare sull'azione di responsabilità (clicca qui per cronaca aggiornata in tempo reale e qui per la linea di Zonin preannunciata di fatto dall'avvocato Lamberto Lambertini, ndr) contro di lui e altri componenti dei vertici dell'ex Popolare vicentina l'assemblea dei soci, di fatto il solo Fondo Atlante dopo l'azzeramento degli altri 118.000 e passa risparmiatori traditi dalla BPVi dell'era dell'imprenditorre vitivinicolo di Gambellara, ora nullatenente dopo aver donato quasi tutto, paternamente e prudentemente, ai figli.

Il 24 novembre, quindi, titolavamo "Azione di responsabilità, un altro convegno "o famo strano?" con ex sindaco di Banca Nuova Marco Poggi, neo membro cda BPVi Abriani che grida a "last call" per soci e Cappelleri che parla di crimini economici e navigazione" segnalando anche la presenza del presidente del Tribunale di Vicenza Alberto Rizzo e, soprattutto, di Antonino Cappelleri, a capo della Procura di Vicenza che indaga su Zonin  & c., pche ha pronunciato uno degli interventi di saluto iniziale che pubblicavamo sotto quel titolo.

Il 7 dicembre, proponendo ai nostri lettori il video completo del convegno, davamo notizia della "mossa d'attacco mediatico e strategico" di Zonin ("Gianni Zonin denuncia chi lui doveva controllare in BPVi e i suoi legali Lambertini e Benatti organizzano e presiedono convegni accreditati introdotti da Antonino Cappelleri")  e il 9 anche su Il Corriere della Sera la presenza del dr. Cappelleri veniva riportata criticamente: "Stefano Righi fa sue nostre perplessità sul convegno su azioni di responsabilità "salutato" da Antonino Cappelleri e organizzato da Lamberto Lambertini e presieduto da Francesco Benatti entrambi legali di Zonin".

Oggi 13 dicembre, dicevamo all'inizio, si deciderà sull'azione di responsabilità contro Zonin & c, sulla cui efficacia reale abbiamo forti dubbi, ma ci sembra arrivato il momento di proporrel'intervista che il 24 novembre stesso ci concesse cortesemente l'avvocato Lamberto Lambertini che, quel giorno, tra cose dette e allusioni e pur nona vendolo portato noi sull'argomento per una sorte di "auto-pudore", ci delineò la visione legale e strategica di Zonin (azioni di responsabilità con scarso esito di successo e comunque destinate a concludersi con transazioni pagate dalle assicurazioni), lanciò un messaggio (a noi e a loro) di grande fiducia nella "prudenza" delle "autorità giudiziarie venete" ed espresse soddisfazione per "l'intervento pacato" del procuratore capo di Vicenza.

Tutto signorilmente corretto in un convegno in cui si concedevano anche crediti formativi agli avvocati partecipanti. 

L'unico neo, che vorremmo che qualcuno diagnosticasse come benigno e non subdolamente maligno, è che alcuni esponenti delle autorità giudiziarie venete e quel procuratore capo hanno presenziato e sono intervenuti a un convegno organizzato da uno studio di elevato profilo e di riconosciuta professionalità, che fa il suo mestiere difendendo e tutelando Gianni Zonin, un indagato da chi i suoi legali non hanno lesinato di omaggiare per la loro presenza al convegno. 

Riportiamo qui anche la trascrizione del video dell'intervista perchè chi decidesse di vederlo possa anche leggerne i passaggi con pacata attenzione e, magari, senza qualche istintivo preconcetto che di sicuro ha chi scrive e chi è stato impoverito dalla gestione della vecchia BPVi.

 

Avvocato Lamberto Lambertini, lei ha organizzato e promosso un convegno (per il 24 novembre 2016, ndr) sulle azioni di responsabilità ed è ovvio collegare l'argomento del convegno alle azioni che si stanno intraprendendo sia in Veneto Banca che in Popolare di Vicenza. Siccome sia il suo studio sia lei sia alcuni relatori hanno dei rapporti di lavoro (con l'ex presidente della BPVi Gianni Zonin, ndr) io eviterei il discorso nello specifico... Io pensavo di assistere ad un quarto d'ora poi sono rimasto molto di più ed anche oltre quello che riguardava lo specifico della parte che mi interessava perché comunque ho sentito delle argomentazioni che sono interessanti. Se potesse riassumere in un minuto tutta questa marea di informazioni, molte specialistiche, per il normale lettore che oggi comunque si sta appassionando a questo tema cosa potrebbe dirgli?


Il convegno è a Vicenza ma casualmente nel senso che le azioni di responsabilità non sono oggi soltanto di moda ma è da tanto tempo che si esercitano. Dico solo casualmente a Vicenza perché in realtà sicuramente a Vicenza si sta discutendo molto di questa cosa... il convegno oggi ha detto, non in riferimento alle vicende locali ma in assoluto, che le azioni di responsabilità debbono avere una forte componente oggettiva nel senso che laddove ci siano responsabilità comprovabili le azioni devono essere promosse, perseguite fino alla sentenza. Lo dico a lei che è un giornalista di qualità, spesso le notizie giornalistiche, ma senza per questo essere critico perché l'informazione è doverosa, si basano su elementi, come dire, non completamente oggettivi, si basano su pareri si basano su opinioni e a volte determinano una aspettativa eccessiva. Con tutto questo voglio dire che laddove le responsabilità ci sono devono essere perseguite, laddove c'è soltanto un'impressione allora forse è meglio pensarci. Credo che le autorità giudiziarie venete, che sicuramente esercitano sia in sede civile che in sede penale con molta capacità la loro funzione, stiano dimostrando che occorre sempre avere una certezza prima di muoversi. Abbiamo sentito prima che il Tribunale di Milano ha condannato un fallimento per azione temeraria. Beh certamente questo è un rischio che nel Veneto non si correrà sia perché, se saranno promosse azioni immagino, penso, saranno promosse sulla base di elementi concreti sia perché laddove questi elementi non siano concreti, si tratti semplicemente di sensazioni, si tratti di semplici di voci, beh penso, spero, auspico ma ne sono certo non si eserciteranno azioni particolarmente nei confronti di precedenti amministratori. Per parlare di banche locali bisogna sempre ricordare, ma è stato detto oggi, che ci sono stati alcuni elementi veramente molto importanti che hanno danneggiato l'intero sistema bancario italiano, da un lato la crisi, dall'altro, io credo, una normativa europea che ha stretto i cordoni, ha stretto la gestione delle banche in un corridoio molto spesso difficilissimo da seguire. È vero i risparmiatori di Vicenza, i risparmiatori di Montebelluna , i risparmiatori veneti hanno perso molto con le banche cosiddette venete, ma hanno perso molto con Unicredit , hanno perso molto con altre banche nazionali e questo indipendentemente dalla gestione delle medesime banche.

 

Le avevo promesso di non parlare delle banche ma, dopo averla ringraziata per la sintesi che è stata
abbastanza corretta, mi costringe a fare un piccolo intervento sulla parte finale perché se noi abbiamo dubbi, alcuni, cioè, di quei giornalisti che lei reputa di qualità e la ringrazio se mi ha messo tra questi, siamo molto dubbiosi sulla validità anche etica degli ultimi aumenti di capitale quando quelle nuove regole già si conoscevano e sono stati comunque chiesti soldi a soci quando gli aumenti avrebbero dovuto rispondere a normative già nuove. Comunque, esercitato il mio diritto di... replica, eccole un'altra domanda e poi chiudiamo visto che è stato molto esaustivo: una sua relatrice ha sostenuto che è sempre opportuno inserire delle clausole di manleva, di rinuncia alle azioni di responsabilità perché per quanto opinabili le reputava valide. Con questa premessa di azioni di responsabilità da instaurare, anche se hanno un esito scarso di riuscita se non sono ben documentate, perché comunque ci sarebbe l'utilità di prevedere degli accordi parasociali che evitino queste azioni a priori?

 

Nei casi che stiamo esaminando no, nei casi più normali quelli che riguardano le società per azioni più generali, non solo quelle bancarie, normalmente quando c'è l'ingresso di un nuovo capitale sociale chi lascia chiede di essere tenuto indenne dalle azioni di responsabilità. Oggi parliamo anche però, per stare al tema caldo che mi pare le interessi, parliamo anche delle rinunce e delle transazioni nel senso che in realtà le azioni di responsabilità quasi sempre, non so se succederà anche nei casi che le interessano, si chiudono con transazioni che sono normalmente di interesse sia per chi è colpito dall'azione di responsabilità sia per chi insegue l'azione di responsabilità e queste transazioni hanno un oggetto prevalentemente economico. Io sono convinto che, e già mi pare lo dicesse il prof, Abriani (membro del Cda della Banca Popolare di Vicenza, ndr), ci sono tutta una serie di azioni in corso che troveranno una loro soddisfazione di carattere economico perché ci sarà un intervento da parte delle banche. Ma non si dimentichi che anche che nella gestione sociale interviene sempre un'assicurazione rispetto a fatti non dolosi e tenga conto che nello sceverare i fatti dolosi dai fatti colposi c'è una differenza che a volte può sfuggire a chi legge soltanto dall'esterno le azioni. Bisogna entrare nel merito, bisogna valutare. Non le posso dire di più, ma le posso dire che ci sono alcune valutazioni che vengono fatte dagli enti regolatori che stanno distinguendo chi ha danneggiato, quindi chi ha creato con dolo un danno, da chi invece ha una colpa lieve. Che cosa significa? Significa sostanzialmente chi in questo momento non ha una colpa diretta nel commettere quei fatti. Tenga conto, io non sono penalista ma c'era oggi il procuratore capo (Antonino Cappelleri, ndr) che ha fatto un intervento molto pacato e secondo me molto molto proficuo anche nell'interesse proprio dei risparmiatori o degli azionisti. Credo che questo, la colpa e il dolo, per i penalisti fa una grande differenza e allora vedrà che tra un po' di tempo le cose troveranno una loro, come dire, una loro sistemazione, possibilmente non all'italiana, possibilmente soddisfacendo i diversi interessi che si confrontano in questo caso. Ma noi oggi volevamo parlare appunto delle azioni di responsabilità in generale e ci siamo comunque riusciti.


Commenti

Ancora nessun commento.
Aggiungi commento

Accedi per inserire un commento

Se sei registrato effettua l'accesso prima di scrivere il tuo commento. Se non sei ancora registrato puoi farlo subito qui, è gratis.



ViPiù Top News


Commenti degli utenti

Domenica 28 Ottobre 2018 alle 22:37 da Kaiser
In Aim, è Gianfranco Vivian il nuovo amministratore unico del gruppo: il video della conferenza stampa di Francesco Rucco

Sabato 27 Ottobre 2018 alle 12:57 da zenocarino
In Aim, è Gianfranco Vivian il nuovo amministratore unico del gruppo: il video della conferenza stampa di Francesco Rucco

Giovedi 11 Ottobre 2018 alle 07:02 da kairos
In Pd e civici di csx della città di Vicenza dicono no a Rucco in Provincia. Dure accuse alla dem Luisetto. Le interviste a Spiller, Marchetti, Colombara e Tosetto: "presi in giro"

Giovedi 2 Agosto 2018 alle 16:26 da PaolaFarina
In Il Clan dei Tamimi: un "racconto diverso" sulla vicenda di Ahed Tamini, l'attivista palestinese diciassettenne appena liberata
Rispondo a Germano Raniero dal mio articolo che, come dice Raniero è monco. Me lo hanno fatto notare in tanti, ma scrivere la storia dei Tamimi bisognerebbe farlo a puntate. Chi come Raniero, cerca giustificazioni nell'asset familiare e nell'ambiente di questa attricetta (già protagonista di un documentario), chi si aggrappa "all'occupazione" (occupazione?) ai lager della Cisgiordania, spesso contrapposti ad alberghi a cinque stelle dove dormono i paraculati delle ONG, chi tollera il terrorismo da ritorsione, sappia che spontaneo o da ritorsione, sempre terrorismo è fa sminuire la figura da pacifista a pacifinto, perché non ci può essere pace costruita su fondamenta di terrorismo. Io sto cercando di evidenziare che la promozione di questa stronzetta viene abilmente sovrapposta all’attività terroristica dei compenti della sua famiglia. Detto questo l'attricette eretta a paladina è contestata anche dai palestinesi, perché non rappresenta un'icona di salvatrice della patria, Ahed è un nuovo simbolo difforme della resistenza palestinese,anche per il suo look occidentale, quasi americanizzato, per la sua fisicità e il suo stile di vita (non porta il velo, tocca i maschi…una vera combattente per la causa palestinese non lo farebbe mai, se io, alla mia età toccassi le palle ai militari israeliani finirei in galera e butterebbero via le chiavi...per via dell’età)… Questi atteggiamenti non rappresentano lo stereotipo della bambina palestinese, quanto una figura mediatica di successo (trovo strano che la maggioranza dei giornalisti non si sia posto questo problema), creata ad arte, per arricchire la famiglia che è stata anche foraggiata da Erdogan con regalie varie….e adesso ditelo a Erdogan...tanto non mi mette in prigione, perché le sue galere sono piene di dissidenti, tra il silenzio di questi pacifisti di basso livello.
Gli altri siti del nostro network