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A vittime BPVi, Veneto Banca e 4 banche risolte almeno 1.5 mld. Coviello: la cifra non entra nel deficit. Come ci si è arrivati lo raccontano Miatello, Conte e Cavallari

Di Giovanni Coviello (Direttore responsabile VicenzaPiù) Venerdi 28 Settembre 2018 alle 22:38 | 0 commenti

"Deficit/Pil al 2.4%, Di Maio conferma: 1.5 mld da fondi dormienti per legge 205 pro vittime BPVi, Veneto Banca e banche risolte. Vincono per i soci le associazioni Unite per il fondo" abbiamo titolato stanotte appena la notizia grazie alla firma vocale di Luigi Di Maio è andata oltre i propositi dei sottosegretari del MEF Massimo Bitonci (Lega) e Alessio Villarosa (M5S) comunque significativi della volontà di rispettare il punto specifico del contratto di governo:  "... Per far fronte al risarcimento dei risparmiatori "espropriati" si prevede anche l'utilizzo effettivo di risorse, come da legge vigente, provenienti da assicurazione e polizze dormienti. La platea dei risparmiatori che hanno diritto a un risarcimento, anche parziale, deve essere allargata anche ai piccoli azionisti delle banche oggetto di risoluzione".
 

Oggi, quindi, ci è sembrato giusto invitare a un incontro per la nostra tv web in rappresentanza delle Associazioni Unite per il Fondo Patrizio Miatello (Ezzelino III da Onara), l'avv. Franco Conte (Codacons Veneto) e l'avv. Fulvio Cavallari (Adusbef Veneto), mentre altri stanno provando ad appropriarsi di una vittoria che non è loro propinando altre balle ai soci vittime di Banca Popolare di Vicenza, di Veneto Banca e delle 4 banche risolte, che, grazie alle lotte vere delle Unite per il Fondo, saranno i veri vincitori alla fine, ancora da "ufficializzare".

Questo sarà stato possibile solo grazie all'impegno verso i risparmiatori che le associazioni oggi da noi ospitate hanno sempre mostrato e dimostrato con i fatti e senza secondi fini sia che venga emanato prima possibile il decreto attuativo , che noi abbiamo "desecretato", della legge 205 (la "legge vigente" a cui fa riferimento il contratto di governo), di fatto ideata e fortemente voluta come base da far crescere da Miatello & c. (col prof. Rodolfo Bettiol e il dr. Loris Mazzon a indicare i binari normativi e tecnici) sua che il governo del cambiamento faccia una nuova di legge  in cui raccogliere l'impianto della 205 e attribuirsene il merito totale.

Ma cari Giuseppe, Luigi e Matteo (scusate l'uso dei nomi, ma fa famiglia... politica, quella di cui le vittime hanno bisogno) ve ne verrà riconosciuto di più se non perderete tempo dietro al vostro orgoglio politico perché questa volta la sostanza (vostra) supererebbe le chiacchiere (altrui)...  

Miatello ci ha, quindi, raccontato anche come è nata la legge e come è stato individuato l'importo, ancora incrementabile, di 1.5 miliardi ora destinato alle vittime, Conte e Cavallari hanno ribadito anche l'ampiezza senza paletti della platea ammessa (e negata da don Torta, Arman e Ugone che ora brindano per una vittoria che hanno ostacolato)...

E io ho soffermato l'attenzione anche sul fatto, fon-da-men-ta-le, che l'importo dei fondi dormienti (qui il link alla pagina del Conto riassuntivo del Tesoro al 31 dicembre 2017 che lo definisce e che gli svogliati come Arman & c. mai hanno citato) che verrà impegnato, secondo l'assicurazione data da Luigi Di Maio con l'assenso di Matteo Salvini, non inciderà per nulla sul deficit essendo una cifra già disponibile e già impegnata per le vittime di reati finanziari in base alla legge 266 del 23 dicembre 2005 a cui fa riferimento per le risorse la 205.

Quindi, ecco l'appello finale di tutti al presidente del consiglio Giuseppe Conte, da sollecitare scrivendo alla sua mail [email protected]: il decreto attuativo con il miliardo e mezzo aggiuntivo rispetto ai fondi iniziale può essere emanato senza attendere l'approvazione del DEF.

Anzi, aggiungo, va emanato subito perché è da  anni che i risparmiatori gabbati aspettano di riavere i propri soldi e la propria dignità, soldi che verranno immessi nel circuito economico e dignità che ridarà forza interiore a un popolo che la stava perdendo completamente.


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