Quotidiano | Categorie: Politica, Ambiente, Fatti

Sonia Perenzoni di M5S lamenta la mancanza di norme governative sui Pfas e le misure anti inquinamento che partono dall'area Miteni ma non da dove arriva verso la.. Miteni

Di Redazione VicenzaPiù Venerdi 22 Settembre 2017 alle 22:19 | 0 commenti

Mentre gli operai della Miteni erano in sciopero mercoledì scorso 20 settembre e presidiavano l'azienda a cui si imputano, non senza almeno qualche perpelessità tecnica, i problemi di inquinamento da Pfas, la consigliera comunale del Movimento 5 Stelle di Montecchio Maggiore, Sonia Perenzoni, da sempre attiva su questo fronte, è intervenuta non solo per esprimere solidarietà ai lavoratori per le discussioni legate al contratto e alle condizioni di sicurezza, ma anche per lanciare degli strali contro il governo.

L'autorità centrale, infatti, lascia alla Regione Veneto e non "centralizza" le indicazioni per i livelli accettabili di Pfas, ad oggi non fissati se non come non meglio precisate "performaces", confermando, la pentastellata, quanto da noi scritto da tempo

Ma Perenzoini fa un'altra osservazione di rilievo lamentando le protezioni per l'inquinamento che partono dalla fabbrica in poi, ma non toccano quello che lei stessa conferma come maggiore che arriva verso la fabbrica dalle aree di maggior utilizzo di quei prodotti, non per forza di cose della Miteni, che da tempo, anzi, sostiene dia verne interrotto la produzione... 

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Rispondo a Germano Raniero dal mio articolo che, come dice Raniero è monco. Me lo hanno fatto notare in tanti, ma scrivere la storia dei Tamimi bisognerebbe farlo a puntate. Chi come Raniero, cerca giustificazioni nell'asset familiare e nell'ambiente di questa attricetta (già protagonista di un documentario), chi si aggrappa "all'occupazione" (occupazione?) ai lager della Cisgiordania, spesso contrapposti ad alberghi a cinque stelle dove dormono i paraculati delle ONG, chi tollera il terrorismo da ritorsione, sappia che spontaneo o da ritorsione, sempre terrorismo è fa sminuire la figura da pacifista a pacifinto, perché non ci può essere pace costruita su fondamenta di terrorismo. Io sto cercando di evidenziare che la promozione di questa stronzetta viene abilmente sovrapposta all’attività terroristica dei compenti della sua famiglia. Detto questo l'attricette eretta a paladina è contestata anche dai palestinesi, perché non rappresenta un'icona di salvatrice della patria, Ahed è un nuovo simbolo difforme della resistenza palestinese,anche per il suo look occidentale, quasi americanizzato, per la sua fisicità e il suo stile di vita (non porta il velo, tocca i maschi…una vera combattente per la causa palestinese non lo farebbe mai, se io, alla mia età toccassi le palle ai militari israeliani finirei in galera e butterebbero via le chiavi...per via dell’età)… Questi atteggiamenti non rappresentano lo stereotipo della bambina palestinese, quanto una figura mediatica di successo (trovo strano che la maggioranza dei giornalisti non si sia posto questo problema), creata ad arte, per arricchire la famiglia che è stata anche foraggiata da Erdogan con regalie varie….e adesso ditelo a Erdogan...tanto non mi mette in prigione, perché le sue galere sono piene di dissidenti, tra il silenzio di questi pacifisti di basso livello.
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