Quotidiano | Categorie: Politica

Sit in a Vicenza dei precari della scuola con la Filc Cgil: erano presenti con Carmelo Cassalia anche Giovanni Coviello candidato al Senato di "Insieme" e Luca Fantò della direzione nazionale scuola del Psi e insegnante

Di Video servizio di Enrico Zolla Venerdi 23 Febbraio 2018 alle 18:23 | 0 commenti

Giovanni Coviello, Candidato di Insieme al Senato collegio Veneto 2 (Vicenza, Padova, Verona) e Coordinatore cittadino Psi Vicenza, e Luca Fantò, membro delle direzione nazionale Scuola del Psi, hanno visitato oggi, 23 febbraio, il presidio degli insegnanti precari seppur abilitati organizzato dalla Filc Cgil (Federazione dei lavoratori della conoscenza di CGIL Vicenza) di Vicenza. "Il Psi - sostengono Coviello e Fantò - da sempre appoggia con forza le legittime richieste di assunzione a tempo indeterminato delle insegnanti e degli insegnanti precari diplomati e laureati in scienze della formazione primaria che per normative retroattive si trovano in situazioni di precariato estremo e senza lavoro". Abbiamo intevistato oggi oltre che i due esponenti politici anche una precaria e Carmelo Cassalia, segretario provinciale della Filc Cgil Vicenza.


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Rispondo a Germano Raniero dal mio articolo che, come dice Raniero è monco. Me lo hanno fatto notare in tanti, ma scrivere la storia dei Tamimi bisognerebbe farlo a puntate. Chi come Raniero, cerca giustificazioni nell'asset familiare e nell'ambiente di questa attricetta (già protagonista di un documentario), chi si aggrappa "all'occupazione" (occupazione?) ai lager della Cisgiordania, spesso contrapposti ad alberghi a cinque stelle dove dormono i paraculati delle ONG, chi tollera il terrorismo da ritorsione, sappia che spontaneo o da ritorsione, sempre terrorismo è fa sminuire la figura da pacifista a pacifinto, perché non ci può essere pace costruita su fondamenta di terrorismo. Io sto cercando di evidenziare che la promozione di questa stronzetta viene abilmente sovrapposta all’attività terroristica dei compenti della sua famiglia. Detto questo l'attricette eretta a paladina è contestata anche dai palestinesi, perché non rappresenta un'icona di salvatrice della patria, Ahed è un nuovo simbolo difforme della resistenza palestinese,anche per il suo look occidentale, quasi americanizzato, per la sua fisicità e il suo stile di vita (non porta il velo, tocca i maschi…una vera combattente per la causa palestinese non lo farebbe mai, se io, alla mia età toccassi le palle ai militari israeliani finirei in galera e butterebbero via le chiavi...per via dell’età)… Questi atteggiamenti non rappresentano lo stereotipo della bambina palestinese, quanto una figura mediatica di successo (trovo strano che la maggioranza dei giornalisti non si sia posto questo problema), creata ad arte, per arricchire la famiglia che è stata anche foraggiata da Erdogan con regalie varie….e adesso ditelo a Erdogan...tanto non mi mette in prigione, perché le sue galere sono piene di dissidenti, tra il silenzio di questi pacifisti di basso livello.
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