Quotidiano | Categorie: Fatti

"Processo all'Europa", progetto di educazione alla cittadinanza nell'ambito dell'alternanza scuola-lavoro

Di Monica Zoppelletto Lunedi 15 Maggio 2017 alle 15:23 | 0 commenti

"Processo all'Europa" è il progetto inserito nell'ambito dell'alternanza scuola/lavoro che, in occasione del 60° anniversario della firma dei Trattati di Roma, ha coinvolto gli studenti del liceo Quadri, liceo Fogazzaro e liceo Canova. L'attività ha permesso ai ragazzi, circa novanta, di terza e quarta di approfondire il ruolo che investe l'Unione Europea per gli Stati e per la vita dei cittadini. Durante il "Processo all'Europa", come in una vera aula di tribunale, si sono scontrati la parte dell'accusa e della difesa , mentre sul banco degli imputati si è seduta l'unione Europea con le sue istituzioni. Gli studenti hanno simulato un processo penale con tanto di giuria.

Il progetto è stato presentato questa mattina al liceo Fogazzaro alla presenza di Giacomo Possamai, consigliere comunale delegato alle politiche giovanili e i due tutor ISTREVI, la professoressa Marina Cenzon e il professor Paolo Pozzato. Prima di iniziare il progetto ai ragazzi è stato somministrato un questionario per capire quanto l'Europa fosse vicina o lontana dalla loro vita e dalle loro esperienze. In seguito gli studenti hanno analizzato i mezzi di comunicazione per individuare le principali problematiche ed emergenze che investono le istituzioni dell'Unione e che generano accesi dibattiti e divergenze all'interno degli Stati membri. Sono state poi focalizzate le tematiche da approfondire per istituire il processo.


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Rispondo a Germano Raniero dal mio articolo che, come dice Raniero è monco. Me lo hanno fatto notare in tanti, ma scrivere la storia dei Tamimi bisognerebbe farlo a puntate. Chi come Raniero, cerca giustificazioni nell'asset familiare e nell'ambiente di questa attricetta (già protagonista di un documentario), chi si aggrappa "all'occupazione" (occupazione?) ai lager della Cisgiordania, spesso contrapposti ad alberghi a cinque stelle dove dormono i paraculati delle ONG, chi tollera il terrorismo da ritorsione, sappia che spontaneo o da ritorsione, sempre terrorismo è fa sminuire la figura da pacifista a pacifinto, perché non ci può essere pace costruita su fondamenta di terrorismo. Io sto cercando di evidenziare che la promozione di questa stronzetta viene abilmente sovrapposta all’attività terroristica dei compenti della sua famiglia. Detto questo l'attricette eretta a paladina è contestata anche dai palestinesi, perché non rappresenta un'icona di salvatrice della patria, Ahed è un nuovo simbolo difforme della resistenza palestinese,anche per il suo look occidentale, quasi americanizzato, per la sua fisicità e il suo stile di vita (non porta il velo, tocca i maschi…una vera combattente per la causa palestinese non lo farebbe mai, se io, alla mia età toccassi le palle ai militari israeliani finirei in galera e butterebbero via le chiavi...per via dell’età)… Questi atteggiamenti non rappresentano lo stereotipo della bambina palestinese, quanto una figura mediatica di successo (trovo strano che la maggioranza dei giornalisti non si sia posto questo problema), creata ad arte, per arricchire la famiglia che è stata anche foraggiata da Erdogan con regalie varie….e adesso ditelo a Erdogan...tanto non mi mette in prigione, perché le sue galere sono piene di dissidenti, tra il silenzio di questi pacifisti di basso livello.
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