Quotidiano | Categorie: Economia&Aziende

Pensioni, per Confartigianato Vicenza l’intervento di Boeri ripropone il dibattito sull’equità e sul “patto fra le generazioni”

Di Note ufficiali Martedi 24 Gennaio 2017 alle 18:15 | 2 commenti

“L’intervento del presidente dell’Inps Tito Boeri (nel video Ansa per VicenzaPiu.tv, ndr) - è scritto in una nota diffusa da Confartigianato Vicenza che vi proponiamo - secondo il quale la manovra pensionistica contenuta nella Legge di Stabilità 2017 scarica gli oneri sulle generazioni future, è un tema sul quale già in passato abbiamo espresso analoghe posizioni, rilevando l’incongruità di un sistema che non vuole affrontare alla radice il tema dell’equità sociale”. Agostino Bonomo, presidente provinciale di Confartigianato Vicenza, e Sandro Venzo, delegato associativo alle politiche della formazione e del lavoro, riprendono l’argomento ricordando che recentemente lo stesso Boeri aveva affermato che i trentenni di oggi andranno in pensione a 75 anni e avranno un assegno più basso del 25%, ponendo in primo piano proprio la questione generazionale.

“Sul punto – spiega il presidente Bonomo - abbiamo più volte sostenuto che la precarizzazione del lavoro giovanile e le norme di rallentamento dei pensionamenti hanno contratto in modo innaturale il numero degli occupati nella fascia d’età 25-35, mentre è aumentato quello del personale anziano.

In questo contesto si innestano le nuove norme della Legge di Stabilità, che aumentano inevitabilmente la spesa pensionistica, senza porsi il problema della sostenibilità nel lungo periodo”. In particolare, Boeri punta il dito contro l’estensione della 14ª mensilità ai pensionati, intervento che favorisce chi già gode di un trattamento pensionistico ma non affronta il tema dell’impatto che un aumento del debito provoca sulle nuove generazioni. Certo, non si tratta di gettare la croce addosso a chi percepisce dai 750 ai 1.000 euro di pensione al mese, riuscendo a malapena a sopravvivere. Tuttavia, se il sistema non si regge in equilibrio, anzi sprofonda sempre di più a seguito di scelte politiche – di oggi come di ieri - che non hanno mai valutato a priori le conseguenze del debito implicito, allora c’è da chiedersi quale futuro ha in mente questo Stato per i nostri giovani.

“A parole – aggiunge Sandro Venzo, delegato alle politiche della formazione e del lavoro di Confartigianato Vicenza - tutti concordano che non si può far ricadere sui figli le colpe dei padri, dopo che per anni si sono sperperate risorse per garantire privilegi e interessi a danno delle future generazioni, con conseguente aumento sconsiderato della spesa pubblica. Se l’Italia non cresce o cresce troppo poco, se per ogni pensionato ormai c’è un solo lavoratore attivo, se il Paese sta invecchiando e non c’è ricambio generazionale, come si può pensare di costruire un futuro per i giovani che consenta loro di arrivare a ottenere una pensione dignitosa possibilmente prima degli 80 anni? Saremo condannati a finanziare la spesa pensionistica con assicurazioni private integrative?”.

“A noi piacerebbe – concludono i due dirigenti dell’Associazione - che lo Stato affrontasse il tema senza alcun condizionamento di bandiera, che desse delle risposte incoraggianti a chi è già entrato nel mondo del lavoro, ma soprattutto a chi dovrà entrarci in futuro: se questo comportasse il fatto di richiedere sacrifici, anche piccoli, a chi ha già goduto di trattamenti privilegiati, sarebbe solo il segnale che i padri iniziano a credere nei propri figli”.

Leggi tutti gli articoli su: Confartigianato, Pensioni, Agostino Bonomo, Sandro Venzo

Commenti

Inviato Martedi 24 Gennaio 2017 alle 20:12

Mi pare che questo articolo dica tutto, alla faccia di chi si arrocca nei suoi privilegi. "a parole..."sono bravi tutti, poi i numeri dicono la verità di generazioni future su cui graverà il peso del passato.
Servono amministratori giovani e che hanno voglia di affrontare e costruire il futuro!
Inviato Venerdi 27 Gennaio 2017 alle 23:56

Servirebbe un patto intergenerazionale, con una maggiore responsabilizzazione di questa categoria di privilegiati che hanno vissuto gli anni d'oro e, ad una seria disamina, lasciano a chi verrà dopo di loro il peso dei debiti e dell'incertezza.
Aggiungi commento

Accedi per inserire un commento

Se sei registrato effettua l'accesso prima di scrivere il tuo commento. Se non sei ancora registrato puoi farlo subito qui, è gratis.



ViPiù Top News


Commenti degli utenti

Domenica 28 Ottobre 2018 alle 22:37 da Kaiser
In Aim, è Gianfranco Vivian il nuovo amministratore unico del gruppo: il video della conferenza stampa di Francesco Rucco

Sabato 27 Ottobre 2018 alle 12:57 da zenocarino
In Aim, è Gianfranco Vivian il nuovo amministratore unico del gruppo: il video della conferenza stampa di Francesco Rucco

Giovedi 11 Ottobre 2018 alle 07:02 da kairos
In Pd e civici di csx della città di Vicenza dicono no a Rucco in Provincia. Dure accuse alla dem Luisetto. Le interviste a Spiller, Marchetti, Colombara e Tosetto: "presi in giro"

Giovedi 2 Agosto 2018 alle 16:26 da PaolaFarina
In Il Clan dei Tamimi: un "racconto diverso" sulla vicenda di Ahed Tamini, l'attivista palestinese diciassettenne appena liberata
Rispondo a Germano Raniero dal mio articolo che, come dice Raniero è monco. Me lo hanno fatto notare in tanti, ma scrivere la storia dei Tamimi bisognerebbe farlo a puntate. Chi come Raniero, cerca giustificazioni nell'asset familiare e nell'ambiente di questa attricetta (già protagonista di un documentario), chi si aggrappa "all'occupazione" (occupazione?) ai lager della Cisgiordania, spesso contrapposti ad alberghi a cinque stelle dove dormono i paraculati delle ONG, chi tollera il terrorismo da ritorsione, sappia che spontaneo o da ritorsione, sempre terrorismo è fa sminuire la figura da pacifista a pacifinto, perché non ci può essere pace costruita su fondamenta di terrorismo. Io sto cercando di evidenziare che la promozione di questa stronzetta viene abilmente sovrapposta all’attività terroristica dei compenti della sua famiglia. Detto questo l'attricette eretta a paladina è contestata anche dai palestinesi, perché non rappresenta un'icona di salvatrice della patria, Ahed è un nuovo simbolo difforme della resistenza palestinese,anche per il suo look occidentale, quasi americanizzato, per la sua fisicità e il suo stile di vita (non porta il velo, tocca i maschi…una vera combattente per la causa palestinese non lo farebbe mai, se io, alla mia età toccassi le palle ai militari israeliani finirei in galera e butterebbero via le chiavi...per via dell’età)… Questi atteggiamenti non rappresentano lo stereotipo della bambina palestinese, quanto una figura mediatica di successo (trovo strano che la maggioranza dei giornalisti non si sia posto questo problema), creata ad arte, per arricchire la famiglia che è stata anche foraggiata da Erdogan con regalie varie….e adesso ditelo a Erdogan...tanto non mi mette in prigione, perché le sue galere sono piene di dissidenti, tra il silenzio di questi pacifisti di basso livello.
Gli altri siti del nostro network