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L'omicidio di Anna Filomena Barretta a Marano, le indagini dei carabinieri di Vicenza sul marito Angelo Lavarra: più avvincenti di quelle di... Barbara D'Urso

Di Giovanni Coviello (Direttore responsabile VicenzaPiù) Sabato 1 Dicembre 2018 alle 19:22 | 0 commenti

 

Nelle prime ore del mattino di giovedì 29 novembre era stato sottoposto a fermo come indiziato per "omicidio" il metronotte Angelo Lavarra, marito separato - ma convivente - di Anna Filomena Barretta che, lo scorso 20 novembre 2018, dichiarava di averla veniva rinvenuta morta nella propria camera da letto in un appartamento di Marano Vicentino per un colpo d'arma da fuoco alla nuca e che aveva sostenuto che la donna si era suicidata. Oggi il comandante provinciale dei carabinieri di Vicenza, colonnello Alberto Santini, in una dettagliata e affollata conferenza stampa, ha illustrato i vari passi delle indagini che hanno portato, prima, al fermo e, quindi, in base anche ad ulteriori prove, alla odierna convalida, da parte del giudice, della custodia in carcere del probabile omicida.

Il colonnello Santini era affiancato alla sua destra dal tenente colonnello Giuseppe Bertoli, comandante del Nucleo Investigativo, e alla sua sinistra dal tenente colonnello Alessandro Giuliani, comandante del Reparto Operativo, e dal capitano Davide Rossetti, comandante delle stazione di Thiene.

Avevamo iniziato a riprendere le immagini della conferenza per, poi, proporvene una sintesi, ma, poi, grazie alle domande incalzanti dei numerosi colleghi presenti e, soprattutto, alle risposte che a turno davano i 4 militari dettagliando non solo gli step delle indagini ma, anche, le motivazioni che portavano a compierle in un modo piuttosto che in un altro, abbiamo pensato che un video di 30 minuti non fosse per nulla lungo per raccontare una triste vicenda di una famiglia apparentemente normale pur se con contraddizioni oggi solo evidenziate da un dramma, che il colonnello Santini, collega a una forma di "gelosia orgogliosa", a conferma di quanto sostenuto già il 29 novembre scorso: "tutti continuano a chiamare femminicidi quelli che, come in questo caso, sono omicidi passionali causati da motivi che motivi che comunque non sono quelli di uccidere una persona in quanto appartenente al genere femminile".

Eccovi, quindi, il video racconto delle indagini su una vicenda finita subito, da accalappiaspettatori, da Barbara D'Urso a Pomeriggio 5 ma che Santini & c. hanno raccontato, risposta dopo risposta, in maniera più avvincente di uno show, ma soprattutto più scrupolosa.


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Rispondo a Germano Raniero dal mio articolo che, come dice Raniero è monco. Me lo hanno fatto notare in tanti, ma scrivere la storia dei Tamimi bisognerebbe farlo a puntate. Chi come Raniero, cerca giustificazioni nell'asset familiare e nell'ambiente di questa attricetta (già protagonista di un documentario), chi si aggrappa "all'occupazione" (occupazione?) ai lager della Cisgiordania, spesso contrapposti ad alberghi a cinque stelle dove dormono i paraculati delle ONG, chi tollera il terrorismo da ritorsione, sappia che spontaneo o da ritorsione, sempre terrorismo è fa sminuire la figura da pacifista a pacifinto, perché non ci può essere pace costruita su fondamenta di terrorismo. Io sto cercando di evidenziare che la promozione di questa stronzetta viene abilmente sovrapposta all’attività terroristica dei compenti della sua famiglia. Detto questo l'attricette eretta a paladina è contestata anche dai palestinesi, perché non rappresenta un'icona di salvatrice della patria, Ahed è un nuovo simbolo difforme della resistenza palestinese,anche per il suo look occidentale, quasi americanizzato, per la sua fisicità e il suo stile di vita (non porta il velo, tocca i maschi…una vera combattente per la causa palestinese non lo farebbe mai, se io, alla mia età toccassi le palle ai militari israeliani finirei in galera e butterebbero via le chiavi...per via dell’età)… Questi atteggiamenti non rappresentano lo stereotipo della bambina palestinese, quanto una figura mediatica di successo (trovo strano che la maggioranza dei giornalisti non si sia posto questo problema), creata ad arte, per arricchire la famiglia che è stata anche foraggiata da Erdogan con regalie varie….e adesso ditelo a Erdogan...tanto non mi mette in prigione, perché le sue galere sono piene di dissidenti, tra il silenzio di questi pacifisti di basso livello.
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