Quotidiano | Categorie: Politica, Lavoro

Maurizio Landini "chiude" le Fornaci Rosse 2017 e ci fa già aspettare quelle del 2018

Di Giovanni Coviello (Direttore responsabile VicenzaPiù) Mercoledi 6 Settembre 2017 alle 22:36 | 0 commenti

Fornaci Rosse, la kermesse della sinistra vicentina al Parco Fornaci, si è chiusa ieri sera, 5 settembre, con una "tappa in più" che ha consentito di recuperare l'intervento molto atteso di Maurizio Landini previsto per lunedì 4 ma che era saltato a causa di un impegno imprevisto dell'ex segretario della Fiom legato al suo recente incarico di segretario confederale della CGIL che per la prima volta ha riaccolto nel suo "grembo" la massima espressione della "contestataria" Fiom. Landini aveva, però, dato la sua disponibilità per la serata di martedì e i magnifici volontari di Stefano Poggi, dopo essersi riuniti, avevano quindi deciso di prolungare Fornaci Rosse di un giorno.

Lo sforzo di generosità nei confronti della città da parte di giovani che vedono ancora e per fortuna nella politica e nel confronto l'anima della loro "crescita", quella personale e sociale, ha, quindi, consentito ad oltre 250 presenti di ascoltare Landini e a noi di proporvi la sua intervista sul palco realizzata da Francesco Brasco. E' stata una serata molto intensa durante la quale si sono toccati molti temi ma sentiamo l'intervista... e aspettiamo fin d'ora Fornaci Rosse 2018. Grazie ragazzi.

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Rispondo a Germano Raniero dal mio articolo che, come dice Raniero è monco. Me lo hanno fatto notare in tanti, ma scrivere la storia dei Tamimi bisognerebbe farlo a puntate. Chi come Raniero, cerca giustificazioni nell'asset familiare e nell'ambiente di questa attricetta (già protagonista di un documentario), chi si aggrappa "all'occupazione" (occupazione?) ai lager della Cisgiordania, spesso contrapposti ad alberghi a cinque stelle dove dormono i paraculati delle ONG, chi tollera il terrorismo da ritorsione, sappia che spontaneo o da ritorsione, sempre terrorismo è fa sminuire la figura da pacifista a pacifinto, perché non ci può essere pace costruita su fondamenta di terrorismo. Io sto cercando di evidenziare che la promozione di questa stronzetta viene abilmente sovrapposta all’attività terroristica dei compenti della sua famiglia. Detto questo l'attricette eretta a paladina è contestata anche dai palestinesi, perché non rappresenta un'icona di salvatrice della patria, Ahed è un nuovo simbolo difforme della resistenza palestinese,anche per il suo look occidentale, quasi americanizzato, per la sua fisicità e il suo stile di vita (non porta il velo, tocca i maschi…una vera combattente per la causa palestinese non lo farebbe mai, se io, alla mia età toccassi le palle ai militari israeliani finirei in galera e butterebbero via le chiavi...per via dell’età)… Questi atteggiamenti non rappresentano lo stereotipo della bambina palestinese, quanto una figura mediatica di successo (trovo strano che la maggioranza dei giornalisti non si sia posto questo problema), creata ad arte, per arricchire la famiglia che è stata anche foraggiata da Erdogan con regalie varie….e adesso ditelo a Erdogan...tanto non mi mette in prigione, perché le sue galere sono piene di dissidenti, tra il silenzio di questi pacifisti di basso livello.
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