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Su VicenzaPiùTv reportage, dibattiti, TgPiù, intrattenimento, Wild Side Basketball e tutta la storia video della Minetti Infoplus Vicenza

Di Edoardo Pepe Domenica 21 Gennaio 2018 alle 09:41 | 0 commenti

Per chi già conosce VicenzaPiu.tv (la nostra tv streaming raggiungibile anche grazie alle App gratuite VicenzaPiùTv scaricabili in ambiente iOs e Android o sul nostro canle Youtube) e per chi volesse approfittare per la prima volta di quest'altro servizio del network multimediale VicenzaPiù in questi giorni c'è un motivo in più per sintonizzarsi virtualmente: non solo i tre TgPiù (nella fascia delle 8, delle 12 e delle 18 nessun conduttore, solo interviste e servizi rapidi su poche cose ma interessanti, come si addice al web), documentari, reportage, dibattiti, intrattenimento e la nuova rubrica Wild Side Basketball (subiot dopo i TgPiù) anche la storia del volley feminile di serie A a Vicenza (quì la sigla che precede ognuna delle partite e qui il palinsesto). Da quella storia, in fondo, nasce questo stesso giornale.

Originariamente la testata si chiamava PallaVolley e doveva essere un magazine di pallavolo femminile nazionale diretto sempre dal nostro attuale direttore, allora presidente del club che a Vicenza ha portato anche coppe internazionali per poi essere azzerato dalle solite trame locali.

Poi in lui prevalse la voglia di fondare dei media di informazione locale indipendenti e alternativi alla stampa di regime ed ecco che il 25 febbraio 2006 nasce VicenzaPiù.

Ma la passione del nostro direttore, sia pure colpito personalmente e duramente, non è mai venuta meno per cui in questo periodo la nostra redazione ha lavorato alla ricostruzione del maggior numero possibile di partite della squadra (un centinaio bech volley incluso, dal 1997-98 in poi con nomi che variano da Biasia a Ceis, da Cosme alla campione d'Europa Veneto Banca con Infoplus e Metodo spesso presenti nelle denominazioni, da Goldnet e vari altri nel beach fino al più noto e duraturo Minetti Infoplus Vicenza) che è rimasta nel cuore di tanti vicentini e le cui atlete sono diventate famose, dalle campionese italiane e straniere lanciate a Vicenza fino alle tante giovani nate nel vivaio di Giovanni Coviello e che ora sono ancora in nazionale oppure nei club di tutt'Italia, alcune anche in Europa, oltre che nelle due squadre di vertice attuale, il Montecchio di A2 e il Vicenza di B1, che ancora si alimentano della linfa del pluriscudettato vivaio berico.

Le partite, le trasmetteremo tutte ora sprimentalmente e poi all'interno di un progetto più articolato, potete godervele ogni giorno dalle 19 di sera fino alle 11 di mattina dopo o prima le rubriche di informazione e intrattenimento di VicenzaPiu.tv o, on demand a qualunque ora, sulle nostre App nella sezione Sport o sul nostro canale Youtube.

Il palinsesto aggiornato è consultabile qui con tutte le partite in onda in quwsi giorni, le altre le trovi sul canale Youtube di VicenzaPiu.com, ogni giorno qualcuna in... Più.

Noi la palla l'abbiamo alzata, a voi approfitatre dell'opportunità per vivere oggi, se siete giovani che all'epoca di Biasia e Minetti Vicenza avete solo sentito parlare, o per rivivere, se siete diversamente giovani, le grandi emozioni di un club, che, come altre attività, la parte peggiore di questa città ha saputo azzerare...


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Rispondo a Germano Raniero dal mio articolo che, come dice Raniero è monco. Me lo hanno fatto notare in tanti, ma scrivere la storia dei Tamimi bisognerebbe farlo a puntate. Chi come Raniero, cerca giustificazioni nell'asset familiare e nell'ambiente di questa attricetta (già protagonista di un documentario), chi si aggrappa "all'occupazione" (occupazione?) ai lager della Cisgiordania, spesso contrapposti ad alberghi a cinque stelle dove dormono i paraculati delle ONG, chi tollera il terrorismo da ritorsione, sappia che spontaneo o da ritorsione, sempre terrorismo è fa sminuire la figura da pacifista a pacifinto, perché non ci può essere pace costruita su fondamenta di terrorismo. Io sto cercando di evidenziare che la promozione di questa stronzetta viene abilmente sovrapposta all’attività terroristica dei compenti della sua famiglia. Detto questo l'attricette eretta a paladina è contestata anche dai palestinesi, perché non rappresenta un'icona di salvatrice della patria, Ahed è un nuovo simbolo difforme della resistenza palestinese,anche per il suo look occidentale, quasi americanizzato, per la sua fisicità e il suo stile di vita (non porta il velo, tocca i maschi…una vera combattente per la causa palestinese non lo farebbe mai, se io, alla mia età toccassi le palle ai militari israeliani finirei in galera e butterebbero via le chiavi...per via dell’età)… Questi atteggiamenti non rappresentano lo stereotipo della bambina palestinese, quanto una figura mediatica di successo (trovo strano che la maggioranza dei giornalisti non si sia posto questo problema), creata ad arte, per arricchire la famiglia che è stata anche foraggiata da Erdogan con regalie varie….e adesso ditelo a Erdogan...tanto non mi mette in prigione, perché le sue galere sono piene di dissidenti, tra il silenzio di questi pacifisti di basso livello.
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