Quotidiano | Categorie: Politica

La presentazione del progetto del Parco della Pace e il peggior errore di Achille Variati: dopo aver scelto assessori non all'altezza mai gli è interessato farli crescere. L'esempio è tal Antonio Marco Dalla Pozza

Di Giovanni Coviello (Direttore responsabile VicenzaPiù) Martedi 3 Ottobre 2017 alle 23:39 | 0 commenti

"La scelta del Parco della Pace resterà nella storia di questa città. Come in altre epoche vi restarono Parco Querini e Campo Marzo". Dopo aver esordito così, come già riportato qui riprendendo la nota ufficiale, il sindaco Achille Variati ha precisato: "Questo parco, che a un osservatore superficiale potrebbe sembrare sproporzionato per Vicenza, resterà infatti a godimento non solo della città, ma degli abitanti di un territorio molto più ampio, e dei turisti italiani e stranieri...". Qui presentiamo il video dell'annuncio della nuova opera vicentina (una delle sette meraviglie, almeno, annunciate dall'amministrazione uscente) completo dell'intervento, ovviamente, del sindaco e dell'architetto Benedetto Selleri del gruppo dei progettisti di Pan Associati.

A dire il vero c'era anche Antonio Dalla Pozza ma di questo se ne è accorto solo il sindaco, quando da scolaretto "spione" ha interrotto l'inizio del suo intervento per sussurragli nell'orecchio una vicenda imperniata su una domanda che vi raccontiamo per farvi capire tante cose su un politico di mestiere che da quanti anni non va in banca dove dovrebbe lavorare solo Dio lo sa e che, dopo decenni di scuola di opposizione e di maggioranza, ha fatto flop appena ha provato a fare un salto di qualità.

Bocciato senza appello alle ultime regionali il Pd cittadino neanche per un attimo ha pensato, infatti, di alimentare le sue ambizioni da sindaco (le opposizioni di oggi, infatti, tifavano per lui) visto il suo "acume" politico e stante la sua "simpatia" popolare, giovani colleghi della stampa a parte che sono rimasti, al solito, silenti e ossequiosi davanti a una sua sfuriata iniziale senza senso, non la prima per la verità, quando non viene adulato, nei suoi decenni sugli scranni.

Davanti ai timorosi presenti all'ante conferenza stampa il Dalla Pozza coraggioso contro chi, il sottoscritto, gli chiedeva a quattrocchi, educatamente, a bassa voce e con la premessa che non era una domanda ufficiale "ma serve veramente questo mega parco in una città piccola che ad oggi non riesce a gestire neanche gli altri parchi a misura d'uomo che già ha?"), ha iniziato urlando, sì urlando "questo è quello che pensa Italo Francesco Baldo!" (in passato su un'altra questione mi urlò "è quello che pensa Marco Milioni!").

Ho provato a dirgli che la domanda, come ai tempi di Milioni, era mia e non del prof. Baldo, che stimo e ospito come una delle tante voci diverse di questo giornale, ma allora la sua voce si è ancor di più alzata possente, tanto da far tremare il lampadario della Sala degli Stucchi: "Ti conosco bene Giovanni!".

Così bene mi conosce l'acuto Dalla Pozza che pensa che io scriva e pensi, forse perchè lui così è abituato a fare, per conto terzi.

Così bene mi conosce Dalla Pozza da non pensare che io mi sarei subito preoccupato per la sua incapacità di rispondere non dico con intelligenza ma, almeno, con educazione, se non altro istituzionale, a una domanda per giunta ufficiosa per quanto non gradita al fascista MinCulPop che lui pensa sia ancora in azione (e non cito, vista la sua, presunta, parte politica, la censura sovietica, per non offendere... i sovietici).

Così bene mi conosce il neuronico Dalla Pozza dal non sospettare che io possa capire che la risposta, lecita, di Variati a una domanda non fatta sulla grandeur del Parco della Pace, nasca dalla sua "spiata" dopo che lo stesso sindaco si scusa per essersi interrotto per ascoltare il servile bisbiglio dell'assessore normalmente ... urlante.

Così urlante che, in tutte le conferenze stampa in cui in questi giorni l'ho incrociato mentre fa sempre da spalla all'interprete principale (presidenti e amministratori di municipalizzate che siano o il sindaco stesso, come oggi) non fa altro che ripetere ai giornalisti presenti che lui è imbufalito per il suo "taglio" nella corsa alle primarie e che "denuncerà" tutto e tutti, certo, ma, coraggioso com'è, solo a  fine mandato quando, penso, sarà addirittura capace di ripetere in pubblico quello che, prima della presentazione della nuova ricicleria di S. Pio X, ha detto a me, stavolta senza urlare.

"Bravo Jacopo Bulgarini d'Elci e gli altri a dare in testa a Gianni Zonin ora che è in caduta e non quando serviva!" ha detto proprio lui che, in effetti, neanche ora dà in testa all'ex re della BPVi dopo aver agevolato anche il figlio Francesco Zonin ad avere la strada in cui c'è la sua abitazione libera da fastidiose auto parcheggiate...

Ma oggi il futuribile coraggioso Dalla Pozza ancora muove la sua lingua prima per coinvolgere nella risposta non data autori di domande diversi da colui che gliele pone e, poi, la allunga mellifuamente e morbidamente per accarezzare, da alnguido acgnolino, le orecchie del "padrone" Achille Variati e mettere in guardia il capo, notoriamente incapace di parare i colpi a lui eventualmente rivolti senza lo scudo di un gigante come Dalla Pozza, da una possibile domanda pubblica sulla grandezza del Parco della Pace.

Ecco, allora, palesarsi uno dei maggiori pregi di Achille Variati nel gestire il potere: sapersi attorniare di minus che preferisce tremebondi e ossequiosi davanti e a cui concede di ululare purchè lontano dalle sue orecchie e là dove non conta urlare.

Ma ecco anche il suo maggior difetto che gli ha impedito di darsi una statura da politico di ampie vedute e diventare un vero leader che sapesse lasciare un segno nella città più grande e meno materiale del grande Parco della Pace: non essersi mai interessato a far crescere molti del signorsì e delle siorsì di cui si è servito per governare.

Chissà, però, che Antonio dalla Pozza, magari tornando finalmente in banca per guadagnarsi il pane quotidiano, non ne tragga un grande vantaggio: lì potrebbe trovare qualcuno che, oltre all'educazione, gli insegni a lavorare e a capire che, se si vuole fare strada, non basta l'arroganza ma serve l'intelligenza.

P.S.1 Caro, per le casse comunali, assessore, l'articolo, glielo sussurro nelle orecchie, l'ho scritto io e non Italo Francesco Baldo o Marco Milioni, loro sarebbero stati più sintetici e chiari magari con un garbato vaffa ante grillino... 

P.S. 2 Lettori cari, affettivamente parlando questa volta, nel video l'assessore non c'è, ma di sicuro, non ve ne sareste accorti se, per correttezza di cronisti, non ve lo dicessimo.


Commenti

Ancora nessun commento.
Aggiungi commento

Accedi per inserire un commento

Se sei registrato effettua l'accesso prima di scrivere il tuo commento. Se non sei ancora registrato puoi farlo subito qui, è gratis.



ViPiù Top News


Commenti degli utenti

Domenica 28 Ottobre 2018 alle 22:37 da Kaiser
In Aim, è Gianfranco Vivian il nuovo amministratore unico del gruppo: il video della conferenza stampa di Francesco Rucco

Sabato 27 Ottobre 2018 alle 12:57 da zenocarino
In Aim, è Gianfranco Vivian il nuovo amministratore unico del gruppo: il video della conferenza stampa di Francesco Rucco

Giovedi 11 Ottobre 2018 alle 07:02 da kairos
In Pd e civici di csx della città di Vicenza dicono no a Rucco in Provincia. Dure accuse alla dem Luisetto. Le interviste a Spiller, Marchetti, Colombara e Tosetto: "presi in giro"

Giovedi 2 Agosto 2018 alle 16:26 da PaolaFarina
In Il Clan dei Tamimi: un "racconto diverso" sulla vicenda di Ahed Tamini, l'attivista palestinese diciassettenne appena liberata
Rispondo a Germano Raniero dal mio articolo che, come dice Raniero è monco. Me lo hanno fatto notare in tanti, ma scrivere la storia dei Tamimi bisognerebbe farlo a puntate. Chi come Raniero, cerca giustificazioni nell'asset familiare e nell'ambiente di questa attricetta (già protagonista di un documentario), chi si aggrappa "all'occupazione" (occupazione?) ai lager della Cisgiordania, spesso contrapposti ad alberghi a cinque stelle dove dormono i paraculati delle ONG, chi tollera il terrorismo da ritorsione, sappia che spontaneo o da ritorsione, sempre terrorismo è fa sminuire la figura da pacifista a pacifinto, perché non ci può essere pace costruita su fondamenta di terrorismo. Io sto cercando di evidenziare che la promozione di questa stronzetta viene abilmente sovrapposta all’attività terroristica dei compenti della sua famiglia. Detto questo l'attricette eretta a paladina è contestata anche dai palestinesi, perché non rappresenta un'icona di salvatrice della patria, Ahed è un nuovo simbolo difforme della resistenza palestinese,anche per il suo look occidentale, quasi americanizzato, per la sua fisicità e il suo stile di vita (non porta il velo, tocca i maschi…una vera combattente per la causa palestinese non lo farebbe mai, se io, alla mia età toccassi le palle ai militari israeliani finirei in galera e butterebbero via le chiavi...per via dell’età)… Questi atteggiamenti non rappresentano lo stereotipo della bambina palestinese, quanto una figura mediatica di successo (trovo strano che la maggioranza dei giornalisti non si sia posto questo problema), creata ad arte, per arricchire la famiglia che è stata anche foraggiata da Erdogan con regalie varie….e adesso ditelo a Erdogan...tanto non mi mette in prigione, perché le sue galere sono piene di dissidenti, tra il silenzio di questi pacifisti di basso livello.
Gli altri siti del nostro network