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Intervista esclusiva all'Ad Miteni dopo i dati Arpav e prima della manifestazione del 22 aprile. Antonio Nardone: "siamo minoranza..."

Di Giovanni Coviello (Direttore responsabile VicenzaPiù) Giovedi 19 Aprile 2018 alle 22:38 | 0 commenti

Dopo la diffusione dei dati dell'Arpav, che imputa alla Miteni solo l'1% di immissioni contenenti Pfas all'uscita del collettore Arica, e alla vigilia della manifestazione annunciato per domenica 22 aprile "intorno" alla Miteni abbiamo intervistato al riguardo Antonio Nardone, amministratore dlegato dell'azienda di Trissino. Qui vi proponiamo il video e di seguito la sua trascrizione integrale. Il "linguaggio" del video e quello delle parole può aiutare a orientarsi un po' di più.

Perchè ad oggi c'è da sentirsi sballottolati tra dati oggettivi e temuti, tra pericolosità di queste molecole, sempre più ipotizzabile come reale, e fonti della loro principale immissione, che non sembra, a nostro parere, attribuibile oggi all'azienda o solo all'azienda che ha ereditato i terreni ex RiMar (Ricerche Marzotto), nome che nessuno anche per il 22 aprile, come successo per la "lontana" Marlane Marzotto, osa pronunciare.

Così come non si parla, neanche in Confindustria Vicenza, di tantissime fabbriche a monte della Miteni operanti nei settori della concia, della pelletteria, della carta. Tutti settori notoriamente non... inquinanti e con un fatturato da far paura rispetto a quello della Miteni, "minoritario", scherza ma non troppo Antonio Nardone...

 

Domanda Giovanni Coviello: Dottor Nardone vorrei approfondire con lei la questione della documentazione che è uscita da Arpav pochi giorni fa e che è stata resa nota da Miteni. Secondo questa documentazione, questa certificazione di Arpav, di un ente terzo. i reflui contenenti Pfas rilevati all'uscita del collettore Arica sono imputabili per un 1% a Miteni ed evidentemente per il 99% ad altri "emettitori". Ecco questo 1% è una cifra che preoccuperebbe poco rispetto al 99 per cento di terzi. Come commenta lei?
Risposta Antonio Nardone: Sì, questa è la dimostrazione di quello che cerchiamo dire da tempo sulle altre fonti di pressione. Noi, da quando sono qua io, dal 2016, abbiamo fatto tantissimi investimenti che erano già in atto per ridurre il nostro impatto ambientale. La dimostrazione e il risultato dei nostri sforzi sono questo fatto cioè che Miteni oggi rappresenta solo l'un per cento della pressione di scarico che passa al collettore principale Arica. Questo, appunto, conforta quello che abbiamo fatto.


G.C. Una mia curiosità: se si sta ponendo, magari giustamente, tanta attenzione su questo 1%, ripeto questo è un dato individuato all'uscita del dell'Arica, perché non si pone una simile attenzione all'altro 99% che è un numero che preoccupa un po' di più E in particolare visto che si sta seguendo una procedura chevi è stata richiesta per andare a riavere l'AIA (Autorizzazione Integrata Ambientale), l'autorizzazione specifica per poter operare, questa revisione è stata chiesta, che lei sappia, anche per le altre aziende che immettono quel 99%?
A.N. Questo non glielo so dire, ma sinceramente sarebbe buona cosa anche per tranquillizzare tutti i cittadini che ci sia attenzione su tutte le potenziali fonti di pressione come del resto ha richiesto anche il Tribunale Superiore delle Acque lo scorso gennaio 2017 quando ha indicato come prima attività da fare quella del censimento di tutte le fonti di pressione. Noi per quanto riguarda la procedura di rinnovo del'AIA stiamo operando con le autorità apertamente per incrementare ancora quello che è il nostro miglioramento continuo e per certificarlo all'interno dei documenti AIA come dovuto anche dalla stessa procedura
G. C. Come sono in relazione queste immissioni in Arica di Pfas dell'1%, che, sono mediate nell'anno se ho ben capito, e la presenza di Pfas nel territorio occupato da Miteni?
A.N. Beh questo è lo scarico industriale. Lo scarico industriale come lei sa negli anni si è spostato lungo la vallata. Quindi prima era molto più a nord, diciamo che agli albori era addirittura il depuratore di Trissino che scaricava direttamente qui, in questa zona piuttosto che nel Poscola. E poi invece è stato "collettato" con gli altri depuratori nel collettore Arica che ha subìto due allungamenti, che io sappia, fino adesso a nord di Cologna Veneta. E in corrispondenza di questi allungamenti si possono vedere le alte concentrazioni dovute alla storicità della presenza di questo tubo di scarico. Quindi questa è un po' la dimostrazione che il fattore principale della presenza dei perfluorurati in tutta la vallata è dovuta al collettore Arica. Il fatto che adesso Miteni rappresenti solo l'un per cento sicuramente certifica che negli anni non è stata solo Miteni a scaricare. E, comunque, lo ha fatto, come ha detto lo stesso (procuratore generale di Vicenza, ndr) Cappelleri ieri, nell'ambito di una autorizzazione allo scarico con dei limiti, diciamo, che erano quelli che erano per sostanze che all'epoca non erano note per la loro persistenza.


G.C. Il 22 aprile (2018), quindi domenica prossima rispetto a quando stiamo facendo questa intervista, è prevista una manifestazione, che si annuncia come civile, di intrattenimento "intorno" alla Miteni. Hanno annunciato la partecipazione i vari comitati, fra cui le Mamme NoPFas, che sono tra le più attive, i politici, ovviamente, e i sindacati, la CGIL in prima fila. Cosa pensa di questa manifestazione del 22 aprile?


A.N. Mah, penso che questa manifestazione così articolata dovrebbe essere fatta da comitati che hanno nello statuto la difesa delle minoranze. Per questo momento Miteni, come abbiamo detto, a livello dell'inquinamento è una minoranza e quindi loro probabilmente ci accerchieranno per difenderci dalle maggioranze...


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