Quotidiano | Categorie: Economia&Aziende

Il Ministro Carlo Calenda con Alessandra Moretti parla a Vicenza di Industria 4.0

Di Sara Todisco Mercoledi 30 Novembre 2016 alle 15:33 | 1 commenti

Oggi, 30 novembre, il Ministro alla Sviluppo Economico Carlo Calenda è stato a Vicenza accompagnato dalla capogruppo del Pd Alessandra Moretti, al tavolo con il sindaco Achille Variati e il presidente SAIV Spa Alessandro Bregolato proprio presso la sede dell’azienda per parlare delle industrie e del coinvolgimento del Governo nella realizzazione di un modello in particolare tramite il Piano 4.0. Il progetto prevede la visita del Ministro a quei territori produttivi e industriali della provincia.

Un momento delicato, in particolare per Vicenza, per parlare di industrie e di beni, in una terra che ha sì “nel dna l’essere imprenditore” come ricorda Variati, ma che altresì, continua “ferita bancaria profonda di Banca Popolare di Vicenza”. Diverse le domande e gli interventi dei partecipanti tra cui i sindacati accolti dal Ministro, che ha risposto come potete vedere nel video di VicenzaPiùTv.


Commenti

Inviato Mercoledi 30 Novembre 2016 alle 17:29

Lo sport preferito dei politici vicentini sono le chiacchiere e il nulla di fatto!
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Rispondo a Germano Raniero dal mio articolo che, come dice Raniero è monco. Me lo hanno fatto notare in tanti, ma scrivere la storia dei Tamimi bisognerebbe farlo a puntate. Chi come Raniero, cerca giustificazioni nell'asset familiare e nell'ambiente di questa attricetta (già protagonista di un documentario), chi si aggrappa "all'occupazione" (occupazione?) ai lager della Cisgiordania, spesso contrapposti ad alberghi a cinque stelle dove dormono i paraculati delle ONG, chi tollera il terrorismo da ritorsione, sappia che spontaneo o da ritorsione, sempre terrorismo è fa sminuire la figura da pacifista a pacifinto, perché non ci può essere pace costruita su fondamenta di terrorismo. Io sto cercando di evidenziare che la promozione di questa stronzetta viene abilmente sovrapposta all’attività terroristica dei compenti della sua famiglia. Detto questo l'attricette eretta a paladina è contestata anche dai palestinesi, perché non rappresenta un'icona di salvatrice della patria, Ahed è un nuovo simbolo difforme della resistenza palestinese,anche per il suo look occidentale, quasi americanizzato, per la sua fisicità e il suo stile di vita (non porta il velo, tocca i maschi…una vera combattente per la causa palestinese non lo farebbe mai, se io, alla mia età toccassi le palle ai militari israeliani finirei in galera e butterebbero via le chiavi...per via dell’età)… Questi atteggiamenti non rappresentano lo stereotipo della bambina palestinese, quanto una figura mediatica di successo (trovo strano che la maggioranza dei giornalisti non si sia posto questo problema), creata ad arte, per arricchire la famiglia che è stata anche foraggiata da Erdogan con regalie varie….e adesso ditelo a Erdogan...tanto non mi mette in prigione, perché le sue galere sono piene di dissidenti, tra il silenzio di questi pacifisti di basso livello.
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