Quotidiano | Categorie: Fatti

Il Boys Vicenza è il miglior locale di lap dance in Italia per il 2016. Alessia Mell premia Gianni Quaiotto

Di Edoardo Pepe Domenica 2 Luglio 2017 alle 22:30 | 0 commenti

Il 7 dicembre 2016 il Boys, noto locale di lap dance e topless bar di Vicenza, ha compiuto 21 anni dopo che ad aprire quello che fu il primo lap dance in Italia fu Gianni Quaiotto, che si occupa di "curarlo" ancora oggi. Ma, se il locale di lap dance di via dell'Oreficeria a Vicenza è stato temporalmente il primo in Italia, da sabato 24 giugno 2017 il Boys Vicenza è diventato il "primo" in tutto il Paese anche per la qualità degli spettacoli che propone: a Gianni Gaiotto, infatti, proprio nel giorno del suo onomastico è stato consegnato il premio come miglior "lap dance" in Italia per il 2016. Siamo andati a riprendere la consegna del premio, a rubare qualche bella immagine e ad ammirare la bellezza e la spigliatezza di Alessia Mell dell'Agenzia Fantasy Studio che ha fatto i complimenti ai gestori di un locale in cui le ragazze che ballano, variamente... vestite, possono accompagnare i clienti nei privé, sesso regolarmente escluso. Un locale aperto sei giorni su sette, che dà lavoro a una quarantina di persone, frequentato da gente di tutte le età, purchè rigorosamente maggiorenni...


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Rispondo a Germano Raniero dal mio articolo che, come dice Raniero è monco. Me lo hanno fatto notare in tanti, ma scrivere la storia dei Tamimi bisognerebbe farlo a puntate. Chi come Raniero, cerca giustificazioni nell'asset familiare e nell'ambiente di questa attricetta (già protagonista di un documentario), chi si aggrappa "all'occupazione" (occupazione?) ai lager della Cisgiordania, spesso contrapposti ad alberghi a cinque stelle dove dormono i paraculati delle ONG, chi tollera il terrorismo da ritorsione, sappia che spontaneo o da ritorsione, sempre terrorismo è fa sminuire la figura da pacifista a pacifinto, perché non ci può essere pace costruita su fondamenta di terrorismo. Io sto cercando di evidenziare che la promozione di questa stronzetta viene abilmente sovrapposta all’attività terroristica dei compenti della sua famiglia. Detto questo l'attricette eretta a paladina è contestata anche dai palestinesi, perché non rappresenta un'icona di salvatrice della patria, Ahed è un nuovo simbolo difforme della resistenza palestinese,anche per il suo look occidentale, quasi americanizzato, per la sua fisicità e il suo stile di vita (non porta il velo, tocca i maschi…una vera combattente per la causa palestinese non lo farebbe mai, se io, alla mia età toccassi le palle ai militari israeliani finirei in galera e butterebbero via le chiavi...per via dell’età)… Questi atteggiamenti non rappresentano lo stereotipo della bambina palestinese, quanto una figura mediatica di successo (trovo strano che la maggioranza dei giornalisti non si sia posto questo problema), creata ad arte, per arricchire la famiglia che è stata anche foraggiata da Erdogan con regalie varie….e adesso ditelo a Erdogan...tanto non mi mette in prigione, perché le sue galere sono piene di dissidenti, tra il silenzio di questi pacifisti di basso livello.
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