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GdV: new jersey divelti in strada Biron di sotto

Di Rassegna Stampa Domenica 6 Agosto 2017 alle 18:28 | 0 commenti

Proteste, bocciature, polemiche, atti vandalici e ancora atti vandalici, così scrive Nicola Negrin su Il Giornale di Vicenza di cui riprendiamo l'articolo illustrandolo con un nostro video che ci ha inviato venerdì scorso un lettore con cui ci scusiamo per il ritardo nella pubblicazione. Dopo un periodo di quiete tornano i raid in strada Biron di Sotto. Da qualche giorno i segnali che delimitavano la gincana voluta per ridurre la velocità degli automobilisti sono stati rimossi e gettati nel fossato accanto. «Si tratta di un atto vandalico», afferma l'assessore alla progettazione Antonio Dalla Pozza. Nessuno, però, finora si è messo in azione per intervenire. «Se intendiamo rimuovere gli ostacoli? No», aggiunge. Lo stesso sindaco d'altronde ha ribadito come tramite la gincana gli incidenti siano diminuiti.

«I cartelli vengono abbattuti spesso - aveva commentato un residente un anno fa, in occasione di un altro raid - e l'assurdità è che in questi tratti manca un percorso in sicurezza: bici e pedoni dovrebbero proseguire dritti e invece, con queste barriere, sono costretti a compiere una gincana trovandosi, così, proprio al centro del passaggio delle auto. In sostanza, questo intervento introduce un ulteriore elemento di pericolo. C'è poi anche chi continua a suonare il clacson dall'inizio del tratto fino alla fine».
di Nicola Negrin, da Il Giornale di Vicenza

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Rispondo a Germano Raniero dal mio articolo che, come dice Raniero è monco. Me lo hanno fatto notare in tanti, ma scrivere la storia dei Tamimi bisognerebbe farlo a puntate. Chi come Raniero, cerca giustificazioni nell'asset familiare e nell'ambiente di questa attricetta (già protagonista di un documentario), chi si aggrappa "all'occupazione" (occupazione?) ai lager della Cisgiordania, spesso contrapposti ad alberghi a cinque stelle dove dormono i paraculati delle ONG, chi tollera il terrorismo da ritorsione, sappia che spontaneo o da ritorsione, sempre terrorismo è fa sminuire la figura da pacifista a pacifinto, perché non ci può essere pace costruita su fondamenta di terrorismo. Io sto cercando di evidenziare che la promozione di questa stronzetta viene abilmente sovrapposta all’attività terroristica dei compenti della sua famiglia. Detto questo l'attricette eretta a paladina è contestata anche dai palestinesi, perché non rappresenta un'icona di salvatrice della patria, Ahed è un nuovo simbolo difforme della resistenza palestinese,anche per il suo look occidentale, quasi americanizzato, per la sua fisicità e il suo stile di vita (non porta il velo, tocca i maschi…una vera combattente per la causa palestinese non lo farebbe mai, se io, alla mia età toccassi le palle ai militari israeliani finirei in galera e butterebbero via le chiavi...per via dell’età)… Questi atteggiamenti non rappresentano lo stereotipo della bambina palestinese, quanto una figura mediatica di successo (trovo strano che la maggioranza dei giornalisti non si sia posto questo problema), creata ad arte, per arricchire la famiglia che è stata anche foraggiata da Erdogan con regalie varie….e adesso ditelo a Erdogan...tanto non mi mette in prigione, perché le sue galere sono piene di dissidenti, tra il silenzio di questi pacifisti di basso livello.
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