Quotidiano | Categorie: Politica

Front office di viale Torino, il sindaco Rucco ripercorre la nascita del problema

Di Redazione VicenzaPiù Mercoledi 7 Novembre 2018 alle 20:14 | 0 commenti

"La passata amministrazione - ha commentato il sindaco Francesco Rucco nella conferenza stampa odierna (qui la nota ufficiale) dedicata alla nascita del problema del Front Office in viale Torino (qui il video ) e alla sua soluzione (in seguito gli altri video)- aveva elaborato un progetto che poteva avere anche degli aspetti positivi, ma poi lo ha completamente snaturato, realizzandone in fretta e furia un altro totalmente diverso. Ciò ha generato il caos tra dipendenti e cittadini e lo svuotamento del centro storico, senza nemmeno raggiungere l'obiettivo di riqualificare un'area che rimane profondamente degradata. E adesso tocca a noi porre rimedio a questa operazione riuscita davvero male".


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In Il Clan dei Tamimi: un "racconto diverso" sulla vicenda di Ahed Tamini, l'attivista palestinese diciassettenne appena liberata
Rispondo a Germano Raniero dal mio articolo che, come dice Raniero è monco. Me lo hanno fatto notare in tanti, ma scrivere la storia dei Tamimi bisognerebbe farlo a puntate. Chi come Raniero, cerca giustificazioni nell'asset familiare e nell'ambiente di questa attricetta (già protagonista di un documentario), chi si aggrappa "all'occupazione" (occupazione?) ai lager della Cisgiordania, spesso contrapposti ad alberghi a cinque stelle dove dormono i paraculati delle ONG, chi tollera il terrorismo da ritorsione, sappia che spontaneo o da ritorsione, sempre terrorismo è fa sminuire la figura da pacifista a pacifinto, perché non ci può essere pace costruita su fondamenta di terrorismo. Io sto cercando di evidenziare che la promozione di questa stronzetta viene abilmente sovrapposta all’attività terroristica dei compenti della sua famiglia. Detto questo l'attricette eretta a paladina è contestata anche dai palestinesi, perché non rappresenta un'icona di salvatrice della patria, Ahed è un nuovo simbolo difforme della resistenza palestinese,anche per il suo look occidentale, quasi americanizzato, per la sua fisicità e il suo stile di vita (non porta il velo, tocca i maschi…una vera combattente per la causa palestinese non lo farebbe mai, se io, alla mia età toccassi le palle ai militari israeliani finirei in galera e butterebbero via le chiavi...per via dell’età)… Questi atteggiamenti non rappresentano lo stereotipo della bambina palestinese, quanto una figura mediatica di successo (trovo strano che la maggioranza dei giornalisti non si sia posto questo problema), creata ad arte, per arricchire la famiglia che è stata anche foraggiata da Erdogan con regalie varie….e adesso ditelo a Erdogan...tanto non mi mette in prigione, perché le sue galere sono piene di dissidenti, tra il silenzio di questi pacifisti di basso livello.
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