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Dopo BPVi e Fiera alla morte di Vicenza mancano solo la retrocessione del Vicenza e la cessione di Aim

Di Pietro Cotròn Sabato 13 Maggio 2017 alle 23:04 | 1 commenti

Dopo il flop della Banca Popolare di Vicenza e l'esternalizzazione della Fiera di Vicenza per la morte di Vicenza mancano solo la conclusione negativa della stagione del Vicenza Calcio della micro era Pastorelli, per ora peggiore addirittura di quella per lo meno lunga di Cassingena, e la cessione di Aim Vicenza all'Agsm Verona.

Non sarebbe una cessione perchè la multiutility vicentina sarebbe valutata nella newco addirittura il 42% (per il peso della sua redditività) e non solo il 33% (per l'ammontare del suo fatturato rispetto a Verona)? Ma va là! I 41 punti del Vicenza Calcio, se rimarranno minori di quelli di Trapani, sempre Lega Pro significano. A meno che... A meno che al fotofinish dell'ultima partita non risorga l'orgoglio del vecchio Lane (sempre che scoppi il Trapani) e a quello della firma definitiva non arrivi il niet di Verona: il 42% simbolico Flavio Tosi lo lascia pure a Vicenza, ma lui vuole più poltrone per il futuro suo e deis uoi uomini da non più sindaco. W i progetti sportivi, senza soldi, e piani industriali, senza visioni strategiche!

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Commenti

Inviato Domenica 14 Maggio 2017 alle 07:29

Ma c'è la prospettiva di arricchirsi: Variati si dimette e la città gode!
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Rispondo a Germano Raniero dal mio articolo che, come dice Raniero è monco. Me lo hanno fatto notare in tanti, ma scrivere la storia dei Tamimi bisognerebbe farlo a puntate. Chi come Raniero, cerca giustificazioni nell'asset familiare e nell'ambiente di questa attricetta (già protagonista di un documentario), chi si aggrappa "all'occupazione" (occupazione?) ai lager della Cisgiordania, spesso contrapposti ad alberghi a cinque stelle dove dormono i paraculati delle ONG, chi tollera il terrorismo da ritorsione, sappia che spontaneo o da ritorsione, sempre terrorismo è fa sminuire la figura da pacifista a pacifinto, perché non ci può essere pace costruita su fondamenta di terrorismo. Io sto cercando di evidenziare che la promozione di questa stronzetta viene abilmente sovrapposta all’attività terroristica dei compenti della sua famiglia. Detto questo l'attricette eretta a paladina è contestata anche dai palestinesi, perché non rappresenta un'icona di salvatrice della patria, Ahed è un nuovo simbolo difforme della resistenza palestinese,anche per il suo look occidentale, quasi americanizzato, per la sua fisicità e il suo stile di vita (non porta il velo, tocca i maschi…una vera combattente per la causa palestinese non lo farebbe mai, se io, alla mia età toccassi le palle ai militari israeliani finirei in galera e butterebbero via le chiavi...per via dell’età)… Questi atteggiamenti non rappresentano lo stereotipo della bambina palestinese, quanto una figura mediatica di successo (trovo strano che la maggioranza dei giornalisti non si sia posto questo problema), creata ad arte, per arricchire la famiglia che è stata anche foraggiata da Erdogan con regalie varie….e adesso ditelo a Erdogan...tanto non mi mette in prigione, perché le sue galere sono piene di dissidenti, tra il silenzio di questi pacifisti di basso livello.
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