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Il razzismo è democratico, se lo possono permettere sia i ricchi sia i poveri: clicca sulla vignetta di Claudio Mellana:

Di Claudio Mellana Sabato 30 Giugno 2018 alle 19:23 | 0 commenti

Il razzismo è democratico, di Claudio MellanaLe vignette di Claudio Mellana

Claudio Mellana (Torino, 1948). Ho cominciato pubblicando su riviste underground e politiche ( CA BALA', Se la Patria Chiama, Paria, Gero Zoom, Avanguardia Operaia, Salvo Imprevisti). Nel 1972 ho fondato con Dario Mairano la rivista Pelo e Contropelo, attiva saltuariamente sino all'inizio degli anni 2000. Seguono collaborazioni a svariati periodici e giornali: Help! ABC, IO, Nuovasocietà, Pianeta, Radiocorriere, Il Collezionista.Miei disegni sono comparsi su l'Unità, La Stampa, Stampa Sera, Paese Sera.
Partecipo regolarmente, su invite, a mostre collettive dove ho racimolato qualche premio e ho fatto alcune esposizioni personali.

Con Dino Aloi ho curato, per Feltrinelli, nel 1991 il libro Un Lavoro Da Ridere: Antologia Della Satira Del Movimento Operaio dall'Ottocento a oggi , nel quale vengono raccolte le vignette a carattere sindacale comparse nei periodici italiani dalla metà dell'800.
Ancora con Dino Aloi a partire dal 1994, ho curato, per dieci anni, il Premio, intitolato a Giorgio Cavallo, per la satira e l'umorismo per conto della città di Moncalieri e una serie di mostre e cataloghi l'ultima delle quali per il Consiglio regionale del Piemonte, chiusa il 29 giugno scorso dal titolo La Costituzione a colori.
Collaboro attualmente con le riviste on line Buduàr, Nuovasocietà, Tellusfolio e CIALiguria.

Ho pubblicato, ad oggi, oltre 3000 vignette.

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Rispondo a Germano Raniero dal mio articolo che, come dice Raniero è monco. Me lo hanno fatto notare in tanti, ma scrivere la storia dei Tamimi bisognerebbe farlo a puntate. Chi come Raniero, cerca giustificazioni nell'asset familiare e nell'ambiente di questa attricetta (già protagonista di un documentario), chi si aggrappa "all'occupazione" (occupazione?) ai lager della Cisgiordania, spesso contrapposti ad alberghi a cinque stelle dove dormono i paraculati delle ONG, chi tollera il terrorismo da ritorsione, sappia che spontaneo o da ritorsione, sempre terrorismo è fa sminuire la figura da pacifista a pacifinto, perché non ci può essere pace costruita su fondamenta di terrorismo. Io sto cercando di evidenziare che la promozione di questa stronzetta viene abilmente sovrapposta all’attività terroristica dei compenti della sua famiglia. Detto questo l'attricette eretta a paladina è contestata anche dai palestinesi, perché non rappresenta un'icona di salvatrice della patria, Ahed è un nuovo simbolo difforme della resistenza palestinese,anche per il suo look occidentale, quasi americanizzato, per la sua fisicità e il suo stile di vita (non porta il velo, tocca i maschi…una vera combattente per la causa palestinese non lo farebbe mai, se io, alla mia età toccassi le palle ai militari israeliani finirei in galera e butterebbero via le chiavi...per via dell’età)… Questi atteggiamenti non rappresentano lo stereotipo della bambina palestinese, quanto una figura mediatica di successo (trovo strano che la maggioranza dei giornalisti non si sia posto questo problema), creata ad arte, per arricchire la famiglia che è stata anche foraggiata da Erdogan con regalie varie….e adesso ditelo a Erdogan...tanto non mi mette in prigione, perché le sue galere sono piene di dissidenti, tra il silenzio di questi pacifisti di basso livello.
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