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Azione di responsabilità contro Zonin: tra gli accusatori i vecchi amici, ora "pentiti", dei media

Di Pietro Cotròn Sabato 8 Aprile 2017 alle 15:15 | 0 commenti

Se i giudici di Venezia-Berlino interrogheranno i vecchi amici, ora "pentiti", dei media locali, volubili e al solito irriconoscenti, beh per Zonin & c. i miliardi di danni richiesti dalla BPVi saliranno...

Leggiamo, infatti, sul GdV a firma Marino Smiderle, lo storico cronista economico indigeno: «In questi quattro mesi di studio matto e disperatissimo sulla banca che l'ha chiamato come salvatore di ultima istanza, Fabrizio Viola non ha avuto molto tempo per guardare indietro. E quando lo ha fatto è stato per mettere insieme le 340 pagine che costituiscono il fulcro accusatorio dell'azione di responsabilità contro la precedente gestione».

E la precedente gestione era in capo a una squadra di 32 elementi, di cui dal 2013 faceva parte Giuseppe Zigliotto poi "raggiunto" da Roberto Zuccato, guide negli ultimi 4 mandati di Confindustria Vicenza e del quotidiano locale e fiancheggiatrici dei potere vicentini.

Alla guida di quella squadra, a cui oggi la BPVi chiede danni per miliardi e che ha causato danni molto superiori ai 118.000 soci, c'era Mr. Gianni Zonin di cui Marino Smiderle, il collega del giornale confindustrial-bancario, celebrava costantemente le lodi, oggi "pentitamente" dedicate, come in premessa, al risanatore Viola.


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Rispondo a Germano Raniero dal mio articolo che, come dice Raniero è monco. Me lo hanno fatto notare in tanti, ma scrivere la storia dei Tamimi bisognerebbe farlo a puntate. Chi come Raniero, cerca giustificazioni nell'asset familiare e nell'ambiente di questa attricetta (già protagonista di un documentario), chi si aggrappa "all'occupazione" (occupazione?) ai lager della Cisgiordania, spesso contrapposti ad alberghi a cinque stelle dove dormono i paraculati delle ONG, chi tollera il terrorismo da ritorsione, sappia che spontaneo o da ritorsione, sempre terrorismo è fa sminuire la figura da pacifista a pacifinto, perché non ci può essere pace costruita su fondamenta di terrorismo. Io sto cercando di evidenziare che la promozione di questa stronzetta viene abilmente sovrapposta all’attività terroristica dei compenti della sua famiglia. Detto questo l'attricette eretta a paladina è contestata anche dai palestinesi, perché non rappresenta un'icona di salvatrice della patria, Ahed è un nuovo simbolo difforme della resistenza palestinese,anche per il suo look occidentale, quasi americanizzato, per la sua fisicità e il suo stile di vita (non porta il velo, tocca i maschi…una vera combattente per la causa palestinese non lo farebbe mai, se io, alla mia età toccassi le palle ai militari israeliani finirei in galera e butterebbero via le chiavi...per via dell’età)… Questi atteggiamenti non rappresentano lo stereotipo della bambina palestinese, quanto una figura mediatica di successo (trovo strano che la maggioranza dei giornalisti non si sia posto questo problema), creata ad arte, per arricchire la famiglia che è stata anche foraggiata da Erdogan con regalie varie….e adesso ditelo a Erdogan...tanto non mi mette in prigione, perché le sue galere sono piene di dissidenti, tra il silenzio di questi pacifisti di basso livello.
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