Quotidiano | Categorie: Scuola e formazione

Arciragazzi festeggia i suoi primi 20 anni nella città di Vicenza

Di Piero Casentini Venerdi 18 Novembre 2016 alle 15:41 | 0 commenti


Il fine settimana del 19 e 20 novembre Arciragazzi Vicenza festeggia la ventennale presenza in città con una serie di appuntamenti, rivolti a tutti, in concomitanza della giornata mondiale dei diritti dell'infanzia. Si inizia con un giorno di formazione, sabato dalle ore 10 alle 17 preso il polo B55 di contrà Barche 55, incentrata sul Compasito, il manuale di educazione ai diritti umani e dell'infanzia tradotto in italiano proprio da Arciragazzi. Si tratta di un manuale europeo che educa i bambini ai diritti umani attraverso il gioco.

In serata una cena rivolta ai soci, 250 in città, e agli ex soci sarà l'occasione per rivedere immagini e ricordi di questi ultimi vent'anni di lavoro. Domenica, giornata mondiale dei diritti dell'infanzia, in Piazza dei Signori dalle ore 14 alle 16 si aprirà uno spazio a misura di bambino con i giochi del Ludobus. ARCI ragazzi Vicenza è presente con attività di doposcuola nelle scuole pubbliche Pajello, Cà Bianca, Mainardi e Pasini. Da anni è attiva una ludoteca, aperta anche ai migranti, seguiti nello svolgimento dei compiti a casa. Due richiedenti asilo aiutano gli operatori nel lavoro, totalmente autofinanziato dai soci aderenti. Nell'intervista a VicenzaPiùTv le dichiarazioni della presidente Karina Rodriguez.

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Rispondo a Germano Raniero dal mio articolo che, come dice Raniero è monco. Me lo hanno fatto notare in tanti, ma scrivere la storia dei Tamimi bisognerebbe farlo a puntate. Chi come Raniero, cerca giustificazioni nell'asset familiare e nell'ambiente di questa attricetta (già protagonista di un documentario), chi si aggrappa "all'occupazione" (occupazione?) ai lager della Cisgiordania, spesso contrapposti ad alberghi a cinque stelle dove dormono i paraculati delle ONG, chi tollera il terrorismo da ritorsione, sappia che spontaneo o da ritorsione, sempre terrorismo è fa sminuire la figura da pacifista a pacifinto, perché non ci può essere pace costruita su fondamenta di terrorismo. Io sto cercando di evidenziare che la promozione di questa stronzetta viene abilmente sovrapposta all’attività terroristica dei compenti della sua famiglia. Detto questo l'attricette eretta a paladina è contestata anche dai palestinesi, perché non rappresenta un'icona di salvatrice della patria, Ahed è un nuovo simbolo difforme della resistenza palestinese,anche per il suo look occidentale, quasi americanizzato, per la sua fisicità e il suo stile di vita (non porta il velo, tocca i maschi…una vera combattente per la causa palestinese non lo farebbe mai, se io, alla mia età toccassi le palle ai militari israeliani finirei in galera e butterebbero via le chiavi...per via dell’età)… Questi atteggiamenti non rappresentano lo stereotipo della bambina palestinese, quanto una figura mediatica di successo (trovo strano che la maggioranza dei giornalisti non si sia posto questo problema), creata ad arte, per arricchire la famiglia che è stata anche foraggiata da Erdogan con regalie varie….e adesso ditelo a Erdogan...tanto non mi mette in prigione, perché le sue galere sono piene di dissidenti, tra il silenzio di questi pacifisti di basso livello.
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