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Categorie: Fatti

Wild Side Basketball n. 34 on demand e in streaming su VicenzaPiu.tv con Jasmine Keys ospite in studio: poi Nba e basket vicentino

Giovedi 17 Maggio 2018 alle 10:58

Pubblicato il 16 alle 21.19, aggiornato con video il 17 alle 11.03. Nella puntata 34 di Wild Side Basketball (in streaming dal 16 maggiosu VicenzaPiu.tv e sulle omonime App con repliche come da palinsesto, on demand, poi, sulle App VicenzaPiùTv, sul nostro canale YouTube e ora anche qui dove trovi tutte le puntate, ndr) c'è Jasmine Keys ospite in studio. Jasmine, giocatrice di San Martino, ci ha raccontato la sua stagione e cosa significa essere una  studentessa che gioca a basket a livello professionistico. Jasmine, in questa seconda stagione in A1, ha chiuso a 9,8 punti di media in 22 minuti in campo, facendo anche il doppio campionato in serie A2 sempre con San Martino.

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In Il Clan dei Tamimi: un "racconto diverso" sulla vicenda di Ahed Tamini, l'attivista palestinese diciassettenne appena liberata
Rispondo a Germano Raniero dal mio articolo che, come dice Raniero è monco. Me lo hanno fatto notare in tanti, ma scrivere la storia dei Tamimi bisognerebbe farlo a puntate. Chi come Raniero, cerca giustificazioni nell'asset familiare e nell'ambiente di questa attricetta (già protagonista di un documentario), chi si aggrappa "all'occupazione" (occupazione?) ai lager della Cisgiordania, spesso contrapposti ad alberghi a cinque stelle dove dormono i paraculati delle ONG, chi tollera il terrorismo da ritorsione, sappia che spontaneo o da ritorsione, sempre terrorismo è fa sminuire la figura da pacifista a pacifinto, perché non ci può essere pace costruita su fondamenta di terrorismo. Io sto cercando di evidenziare che la promozione di questa stronzetta viene abilmente sovrapposta all’attività terroristica dei compenti della sua famiglia. Detto questo l'attricette eretta a paladina è contestata anche dai palestinesi, perché non rappresenta un'icona di salvatrice della patria, Ahed è un nuovo simbolo difforme della resistenza palestinese,anche per il suo look occidentale, quasi americanizzato, per la sua fisicità e il suo stile di vita (non porta il velo, tocca i maschi…una vera combattente per la causa palestinese non lo farebbe mai, se io, alla mia età toccassi le palle ai militari israeliani finirei in galera e butterebbero via le chiavi...per via dell’età)… Questi atteggiamenti non rappresentano lo stereotipo della bambina palestinese, quanto una figura mediatica di successo (trovo strano che la maggioranza dei giornalisti non si sia posto questo problema), creata ad arte, per arricchire la famiglia che è stata anche foraggiata da Erdogan con regalie varie….e adesso ditelo a Erdogan...tanto non mi mette in prigione, perché le sue galere sono piene di dissidenti, tra il silenzio di questi pacifisti di basso livello.
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