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Il presepe come lo vede e lo sente mons. Beniamino Pizziol, vescovo di Vicenza: il nostro modo di augurare Buon Natale a tutti, credenti e non

Lunedi 24 Dicembre 2018 alle 23:09

 

Voglio dire qualcosa sul presepe - è così che esordisce il 17 dicembre scorso sull'argomento il vescovo di Vicenza mons. Beniamino Pizziol le cui parole "ecumeniche" utilizziamo per i nostri auguri di Buon Natale a tutti, credenti e non - nel saluto e negli auguri annuali alla stampa e, tramite noi, agli abitanti della diocesi di Vicenza... Per me è chiaro come vescovo, continua mons. Pizziol come potete vedere e ascoltare nel video da noi registrato e pubblicato qui per voi, che ha una dimensione religiosa. Cioè porre quel bambino, mettere quelle statue vuol dire avere una convinzione profonda. Pensate ad esempio come gli artisti interpretano i tre Re Magi, che non erano tre ma alcuni magi dall'oriente, noi diciamo tre perché portavano i tre doni: oro incenso e mirra. Ma li fanno in senso veramente universale, perché uno lo fanno di colore nero, uno di colore rosso uno di colore bianco.

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In Pd e civici di csx della città di Vicenza dicono no a Rucco in Provincia. Dure accuse alla dem Luisetto. Le interviste a Spiller, Marchetti, Colombara e Tosetto: "presi in giro"

Giovedi 2 Agosto 2018 alle 16:26 da PaolaFarina
In Il Clan dei Tamimi: un "racconto diverso" sulla vicenda di Ahed Tamini, l'attivista palestinese diciassettenne appena liberata
Rispondo a Germano Raniero dal mio articolo che, come dice Raniero è monco. Me lo hanno fatto notare in tanti, ma scrivere la storia dei Tamimi bisognerebbe farlo a puntate. Chi come Raniero, cerca giustificazioni nell'asset familiare e nell'ambiente di questa attricetta (già protagonista di un documentario), chi si aggrappa "all'occupazione" (occupazione?) ai lager della Cisgiordania, spesso contrapposti ad alberghi a cinque stelle dove dormono i paraculati delle ONG, chi tollera il terrorismo da ritorsione, sappia che spontaneo o da ritorsione, sempre terrorismo è fa sminuire la figura da pacifista a pacifinto, perché non ci può essere pace costruita su fondamenta di terrorismo. Io sto cercando di evidenziare che la promozione di questa stronzetta viene abilmente sovrapposta all’attività terroristica dei compenti della sua famiglia. Detto questo l'attricette eretta a paladina è contestata anche dai palestinesi, perché non rappresenta un'icona di salvatrice della patria, Ahed è un nuovo simbolo difforme della resistenza palestinese,anche per il suo look occidentale, quasi americanizzato, per la sua fisicità e il suo stile di vita (non porta il velo, tocca i maschi…una vera combattente per la causa palestinese non lo farebbe mai, se io, alla mia età toccassi le palle ai militari israeliani finirei in galera e butterebbero via le chiavi...per via dell’età)… Questi atteggiamenti non rappresentano lo stereotipo della bambina palestinese, quanto una figura mediatica di successo (trovo strano che la maggioranza dei giornalisti non si sia posto questo problema), creata ad arte, per arricchire la famiglia che è stata anche foraggiata da Erdogan con regalie varie….e adesso ditelo a Erdogan...tanto non mi mette in prigione, perché le sue galere sono piene di dissidenti, tra il silenzio di questi pacifisti di basso livello.
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