Archivio per tag: Paolo Rossi

Categorie: Politica, Interviste, Fatti

Mauro Fabris e Giovanni Coviello, nel volley ma non solo, si rifanno ad Albert Einstein: "Un uomo è vecchio solo quando i rimpianti, in lui, superano i sogni"

Lunedi 23 Ottobre 2017 alle 13:03

Albert Einstein un giorno ebbe a dire: "Un uomo è vecchio solo quando i rimpianti, in lui, superano i sogni". Questa frase risuona spesso nell'intervista che vi propongo e che ho realizzato sabato scorso a Mauro Fabris, che più che una mia intervista, come doveva essere, è diventata il racconto di due storie di due uomini che si sono incrociati nella pallavolo femminile di vertice. Lui, nato a Camisano Vicentino 5 anni dopo Variati, è un professionista e un politico che ha saputo varcare e tuttora varca stabilmente i confini della provincia.

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Giovedi 2 Agosto 2018 alle 16:26 da PaolaFarina
In Il Clan dei Tamimi: un "racconto diverso" sulla vicenda di Ahed Tamini, l'attivista palestinese diciassettenne appena liberata
Rispondo a Germano Raniero dal mio articolo che, come dice Raniero è monco. Me lo hanno fatto notare in tanti, ma scrivere la storia dei Tamimi bisognerebbe farlo a puntate. Chi come Raniero, cerca giustificazioni nell'asset familiare e nell'ambiente di questa attricetta (già protagonista di un documentario), chi si aggrappa "all'occupazione" (occupazione?) ai lager della Cisgiordania, spesso contrapposti ad alberghi a cinque stelle dove dormono i paraculati delle ONG, chi tollera il terrorismo da ritorsione, sappia che spontaneo o da ritorsione, sempre terrorismo è fa sminuire la figura da pacifista a pacifinto, perché non ci può essere pace costruita su fondamenta di terrorismo. Io sto cercando di evidenziare che la promozione di questa stronzetta viene abilmente sovrapposta all’attività terroristica dei compenti della sua famiglia. Detto questo l'attricette eretta a paladina è contestata anche dai palestinesi, perché non rappresenta un'icona di salvatrice della patria, Ahed è un nuovo simbolo difforme della resistenza palestinese,anche per il suo look occidentale, quasi americanizzato, per la sua fisicità e il suo stile di vita (non porta il velo, tocca i maschi…una vera combattente per la causa palestinese non lo farebbe mai, se io, alla mia età toccassi le palle ai militari israeliani finirei in galera e butterebbero via le chiavi...per via dell’età)… Questi atteggiamenti non rappresentano lo stereotipo della bambina palestinese, quanto una figura mediatica di successo (trovo strano che la maggioranza dei giornalisti non si sia posto questo problema), creata ad arte, per arricchire la famiglia che è stata anche foraggiata da Erdogan con regalie varie….e adesso ditelo a Erdogan...tanto non mi mette in prigione, perché le sue galere sono piene di dissidenti, tra il silenzio di questi pacifisti di basso livello.
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