Archivio per tag: Cinema Corso

Categorie: Fatti, Economia&Aziende

Nasce una "nuova" Fondazione Roi per Ilvo Diamanti: "chiuse alcune vertenze, le altre non dipendono da noi". Valmarana: "perdita di 25 mln sulle azioni BPVi oltre incognita ex cinema Corso, ora statuto blindato"

Martedi 19 Giugno 2018 alle 22:09
Pubblicato il 19 giugno alle 14.24, aggiornato con video intervista a Ilvo Diamanti alle 21.53 e con video intervista ad Andrea Valmarana alle 22.09. A seguire video integrale della conferenza stampa.
Il presidente, in uscita, della Fondazione Roi, Ilvo Diamanti, non lo nomina mai l'ex presidente Gianni Zonin, al termine del penultimo cda in questo tribolato anno post Banca Popolare di Vicenza: "avremo un altro incontro fra un mese, perché ci sono alcune questioni da precisare, come l'azione di responsabilità nei confronti del mio predecessore. Lo studio legale al quale ci siamo rivolti fornirà le valutazioni che ci aiuteranno a decidere come proseguire. E per ora non sappiamo nemmeno se ci costituiremo parte civile nel processo BPVi. Io personalmente vorrei  andare fino in fondo". 

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In Il Clan dei Tamimi: un "racconto diverso" sulla vicenda di Ahed Tamini, l'attivista palestinese diciassettenne appena liberata
Rispondo a Germano Raniero dal mio articolo che, come dice Raniero è monco. Me lo hanno fatto notare in tanti, ma scrivere la storia dei Tamimi bisognerebbe farlo a puntate. Chi come Raniero, cerca giustificazioni nell'asset familiare e nell'ambiente di questa attricetta (già protagonista di un documentario), chi si aggrappa "all'occupazione" (occupazione?) ai lager della Cisgiordania, spesso contrapposti ad alberghi a cinque stelle dove dormono i paraculati delle ONG, chi tollera il terrorismo da ritorsione, sappia che spontaneo o da ritorsione, sempre terrorismo è fa sminuire la figura da pacifista a pacifinto, perché non ci può essere pace costruita su fondamenta di terrorismo. Io sto cercando di evidenziare che la promozione di questa stronzetta viene abilmente sovrapposta all’attività terroristica dei compenti della sua famiglia. Detto questo l'attricette eretta a paladina è contestata anche dai palestinesi, perché non rappresenta un'icona di salvatrice della patria, Ahed è un nuovo simbolo difforme della resistenza palestinese,anche per il suo look occidentale, quasi americanizzato, per la sua fisicità e il suo stile di vita (non porta il velo, tocca i maschi…una vera combattente per la causa palestinese non lo farebbe mai, se io, alla mia età toccassi le palle ai militari israeliani finirei in galera e butterebbero via le chiavi...per via dell’età)… Questi atteggiamenti non rappresentano lo stereotipo della bambina palestinese, quanto una figura mediatica di successo (trovo strano che la maggioranza dei giornalisti non si sia posto questo problema), creata ad arte, per arricchire la famiglia che è stata anche foraggiata da Erdogan con regalie varie….e adesso ditelo a Erdogan...tanto non mi mette in prigione, perché le sue galere sono piene di dissidenti, tra il silenzio di questi pacifisti di basso livello.
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