Archivio per tag: Amatrice

Categorie: Interviste

B.Zarro: "W New York - Amatrice Viva", le due città a pianta uguale. Il video esclusivo

Sabato 22 Dicembre 2018 alle 01:27

 

Pubblicato il 21 dicembre alle 13.15, aggiornato il 22 alle 1.27. Vi abbiamo già raccontato come ci siamo imbattuti a Treviso, nello studio dell'affermato avvocato aspirante mecenate Sergio Calvetti, in un artista, un romano di Amatrice B.Zarro di nome d'arte e di fatto, che espone le sue opere "erotiche" nella mostra "Les demoiselles. Il bordello filosofico" (20 - 23 dicembre, Casa dei Carraresi, Treviso) dedicandola al padre Vincenzo e al mitico nonno Cesare, tutti di Amatrice col nonno a replicare il "ratto delle sabine" da cui nasce B.Zarro... E vi abbiamo anche anticipato che abbiamo scoperto con lui, oltre alle sue "laudi" del corpo femminile,  una sua visione magica: quella di Manhattan con la stessa pianta di Amatrice.

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"Les demoiselles. Il bordello filosofico" di B.Zarro: le macerie delle banche ci fanno incrociare, a Treviso, quelle di Amatrice e New York. Ma questa è un'altra storia, da oggi al 23 dicembre spazio all'eros

Giovedi 20 Dicembre 2018 alle 22:58

 

Pochi giorni fa "in trasferta" a Treviso dall'avv. Sergio Calvetti per il nostro continuo scrutare nel dramma dei soci azzerati della banche venete cercando responsabilità, come facciamo dal 13 agosto 2010 (cfr. "Vicenza. La città sbancata"), ma indicando anche i passi da compiere per alleviarlo e informando su quelli compiuti, ci siamo imbattuti in un artista, un romano di Amatrice B.Zarro di nome d'arte e di fatto. Ospite dell'avvocato, uomo di legge per professione e amante dell'arte per vezzo ma anche per rango da affermare come differente da quello dei tanti suoi colleghi che si aggirano fra le macerie delle banche, B.Zarro ha inaugurato oggi una sua mostra ("Les demoiselles. Il bordello filosofico", 20 - 23 dicembre, Casa dei Carraresi, Treviso) dedicandola al padre Vincenzo e al mitico nonno Cesare. Ma...

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In Pd e civici di csx della città di Vicenza dicono no a Rucco in Provincia. Dure accuse alla dem Luisetto. Le interviste a Spiller, Marchetti, Colombara e Tosetto: "presi in giro"

Giovedi 2 Agosto 2018 alle 16:26 da PaolaFarina
In Il Clan dei Tamimi: un "racconto diverso" sulla vicenda di Ahed Tamini, l'attivista palestinese diciassettenne appena liberata
Rispondo a Germano Raniero dal mio articolo che, come dice Raniero è monco. Me lo hanno fatto notare in tanti, ma scrivere la storia dei Tamimi bisognerebbe farlo a puntate. Chi come Raniero, cerca giustificazioni nell'asset familiare e nell'ambiente di questa attricetta (già protagonista di un documentario), chi si aggrappa "all'occupazione" (occupazione?) ai lager della Cisgiordania, spesso contrapposti ad alberghi a cinque stelle dove dormono i paraculati delle ONG, chi tollera il terrorismo da ritorsione, sappia che spontaneo o da ritorsione, sempre terrorismo è fa sminuire la figura da pacifista a pacifinto, perché non ci può essere pace costruita su fondamenta di terrorismo. Io sto cercando di evidenziare che la promozione di questa stronzetta viene abilmente sovrapposta all’attività terroristica dei compenti della sua famiglia. Detto questo l'attricette eretta a paladina è contestata anche dai palestinesi, perché non rappresenta un'icona di salvatrice della patria, Ahed è un nuovo simbolo difforme della resistenza palestinese,anche per il suo look occidentale, quasi americanizzato, per la sua fisicità e il suo stile di vita (non porta il velo, tocca i maschi…una vera combattente per la causa palestinese non lo farebbe mai, se io, alla mia età toccassi le palle ai militari israeliani finirei in galera e butterebbero via le chiavi...per via dell’età)… Questi atteggiamenti non rappresentano lo stereotipo della bambina palestinese, quanto una figura mediatica di successo (trovo strano che la maggioranza dei giornalisti non si sia posto questo problema), creata ad arte, per arricchire la famiglia che è stata anche foraggiata da Erdogan con regalie varie….e adesso ditelo a Erdogan...tanto non mi mette in prigione, perché le sue galere sono piene di dissidenti, tra il silenzio di questi pacifisti di basso livello.
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